Un report di Unimpresa fotografa la crisi del Mezzogiorno: Calabria fanalino di coda con 315 posti letto per 100mila abitanti contro una media nazionale di 390.
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La Calabria si conferma ultima in Italia per la disponibilità di posti letto negli ospedali pubblici, con appena 315,9 unità ogni 100mila abitanti, molto al di sotto della media nazionale di 390. Lo rivela un report del Centro Studi di Unimpresa, che sottolinea il divario sempre più marcato tra Nord e Sud del Paese. La carenza di strutture adeguate non si limita ai posti letto per acuti, ma si estende anche ai settori della lungodegenza e della riabilitazione, rendendo critica l’offerta sanitaria in molte regioni meridionali.
Le differenze sono evidenti: il Piemonte, con 493,3 posti letto ogni 100mila abitanti, guida la classifica, seguito da Valle d’Aosta (456,1) e Lombardia (449,6). Al contrario, la Calabria presenta numeri drammaticamente bassi, seguita da Campania (337,8) e Basilicata (356,6). La media nazionale, che comprende sia posti letto per acuti che per lungodegenza e riabilitazione, evidenzia uno squilibrio che impatta direttamente sull’efficacia del sistema sanitario e sulla qualità dell’assistenza offerta.
Il Mezzogiorno è in difficoltà anche nei settori specifici: i posti letto per lungodegenza, che rappresentano una quota ridotta in tutta Italia, mostrano in Calabria una percentuale minima, pari al 5% del totale. Sul fronte della riabilitazione, alcune regioni del Nord e Centro Italia, come il Trentino-Alto Adige e il Molise, spiccano per capacità di supporto ai pazienti nella fase post-acuta, mentre la Calabria registra valori inferiori alla media.
Marco Massarenti, consigliere nazionale di Unimpresa, denuncia la situazione come “lo specchio di un Paese diviso”. Secondo Massarenti, la sanità italiana soffre di una disparità strutturale che non solo riflette la mancanza di investimenti e pianificazione al Sud, ma che aggrava anche il carico sociale sulle famiglie. “L’efficienza genera attrattività e rafforza chi è già forte, mentre il divario si allarga e il prezzo lo paga chi è più debole”, aggiunge.
Il report rilancia l’urgenza di politiche di riequilibrio per garantire un’assistenza sanitaria uniforme in tutto il Paese, ribadendo che il principio di universalità del Servizio Sanitario Nazionale rischia di essere messo in discussione da disparità sempre più profonde.