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21 Apr 2025, Lun

Sanità in emergenza: nei paesi dello Stilaro si muore per mancanza di medici

La sanità nella Vallata dello Stilaro è al collasso. Nei comuni montani come Stilo, Pazzano e Bivongi, l’accesso alle cure è diventato un miraggio e il diritto alla salute si è trasformato in un privilegio riservato a pochi. La mancanza cronica di medici di base, guardie mediche e ambulanze medicalizzate sta causando una vera e propria emergenza umanitaria, che si traduce, troppo spesso, in tragedie evitabili. Negli ultimi mesi, l’intera comunità è stata scossa da decessi che si sarebbero potuti evitare con una rete sanitaria efficiente.

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Uno dei casi più emblematici è quello di un anziano di Pazzano, colpito da un infarto mentre era solo in casa. Quando i familiari hanno allertato il 118, l’unica ambulanza disponibile si trovava a oltre 40 minuti di distanza, e senza medico a bordo. Il tempo di attesa, purtroppo, si è rivelato fatale. Un’altra morte ha sconvolto Stilo: un uomo è stato colto da un grave malore, ma la guardia medica era chiusa e il medico di base assente per ferie, senza alcun sostituto disponibile. La corsa verso l’ospedale di Locri non è bastata a salvargli la vita.

Questi episodi non sono fatalità, ma il frutto amaro di un sistema sanitario che, soprattutto nelle aree interne e montane della Calabria, non riesce a garantire i servizi minimi. Eppure l’articolo 32 della Costituzione italiana è chiaro: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Anche il diritto europeo lo ribadisce: l’articolo 168 del TFUE impone un alto livello di protezione della salute umana in tutte le politiche, e l’articolo 35 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE riconosce il diritto all’accesso alla prevenzione e alle cure mediche.

Ma nei paesi dello Stilaro, questo diritto viene negato quotidianamente. Le comunità locali sono stanche di promesse disattese e chiedono azioni immediate. “Non possiamo accettare che nel 2025 si muoia perché manca un medico o perché un’ambulanza arriva troppo tardi. Chiediamo un diritto fondamentale: essere curati”, denuncia un cittadino di Bivongi.

Comitati spontanei e associazioni stanno organizzando manifestazioni, raccolte firme e petizioni per chiedere interventi urgenti. Tra le richieste principali: l’assegnazione stabile di medici di base, il ripristino delle guardie mediche notturne, l’aumento delle ambulanze medicalizzate, e l’attivazione di servizi di telemedicina per i piccoli centri. Sono misure minime, ma vitali.

Questa crisi si inserisce in un quadro regionale ancora più ampio. La sanità calabrese è segnata da anni da carenze strutturali, tagli al personale, ospedali sotto organico e disuguaglianze enormi tra costa e aree interne. Il Decreto Legislativo 502/1992, che regola il Servizio Sanitario Nazionale, prevede che ogni cittadino debba avere accesso a cure essenziali e tempestive. Eppure, nei comuni montani, la realtà è ben diversa.

Secondo gli esperti, basterebbe poco per iniziare a invertire la rotta: incentivi per attirare medici nelle zone disagiate, assunzioni straordinarie, investimenti nella telemedicina e nella medicina d’urgenza. Ma finché le istituzioni resteranno sorde, il rischio è che l’abbandono diventi la normalità e la morte un destino annunciato.

La situazione nei paesi dello Stilaro è insostenibile. Le recenti tragedie lo dimostrano: l’inerzia delle istituzioni può costare vite umane. È il momento di agire, perché la sanità non può essere un lusso riservato a chi vive vicino a un grande ospedale. È un diritto, per tutti.

Avv. Maria Stella Chiera