Il Gip, dott.ssa OlgaTarzia, vista la richiesta avanzata in data 15.11.2017 dal difensore di Genise Vincenzo, Avv.Antonio Ricupero, di revoca o di sostituzione della misura cautelare della custodia in carcere, considerato che il prevenuto
è stato condannato in esito a giudizio abbreviato alla pena di anni sei e mesi due di reclusione essendo stato ritenuto
colpevole di una serie continuata di reati in materia di stupefacenti, ferma restando la gravità indiziaria per i fatti-reato
di cui alla sentenza di condanna cristallizzata con l’emissione del dispositivo di sentenza in seguito a giudizio abbreviato.
La privazione della libertà personale, anche mediante la misura alternativa degli arresti domiciliari, appare di per sè
idonea a fronteggiare il pericolo di reiterazione di reato” anche in considerazione del periodo di carcerazione preventiva
e del percorso riabilitativo intrapreso nel circuito carcerario che si ritiene abbia potuto sortire effetti deterrenti, ha disposto per il Genise Vincenzo, la misura degli arresti domiciliari anche in sostituzione della custodia cautelare in carcere prescrivendo però l’uso del braccialetto elettronico. Lo stesso venne arrestato lo scorso anno nell’ambito dell’operazione denominata “Apegreen Drug” condotta dalla squadra mobile della questura di Reggio Calabria e dallo Sco (il Servizio centrale operativo), che eseguirono l’arresto di quattordici persone (8 in carcere e sei ai domiciliari) e decine di perquisizioni nell’entroterra reggino, in particolare fra Gioiosa Ionica, Rosarno e Siderno.
Antonio Tassone -ecodellalocride.it