Soverato, presunte vessazioni in ospedale: infermiera denuncia ambiente tossico

Accuse contro un primario e una collega, ma l’ASP di Catanzaro non interviene

Un caso di presunte vessazioni sul posto di lavoro scuote l’ospedale di Soverato, dove una coordinatrice infermieristica del reparto di chirurgia denuncia un ambiente lavorativo ostile e oppressivo. Secondo l’accusa, il comportamento di un primario e di una collega infermiera – marito e moglie – avrebbe creato una situazione di isolamento ed emarginazione ai danni della lavoratrice, causandole un forte stress psicoemotivo.

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A rappresentare la coordinatrice è l’avvocato Francesco Pitaro, che ha presentato un atto ufficiale agli enti competenti, tra cui l’ASP di Catanzaro e il commissario per la sanità in Calabria, per dimostrare l’esistenza di un clima lavorativo nocivo. Tra le contestazioni mosse, il primario avrebbe accusato ingiustamente la coordinatrice di irregolarità nell’organizzazione del reparto, accuse poi smentite con documenti ufficiali.

A sostegno della lavoratrice, una nota firmata da sette infermieri e datata 1° ottobre 2024 conferma il corretto funzionamento del reparto e denuncia episodi di denigrazione e demansionamento ai suoi danni. Nonostante queste segnalazioni, l’ASP di Catanzaro non ha accolto la richiesta di trasferimento della lavoratrice, sollevando dubbi sulla tutela dei dipendenti in ambienti di lavoro difficili.

Il caso pone interrogativi sulla gestione dei rapporti interni nell’ospedale di Soverato e sulla protezione del personale sanitario, evidenziando la necessità di interventi per garantire condizioni di lavoro più sicure e rispettose del benessere psicologico.