Per la Petizione all’Europa “Stop al Cibo falso” raccolte al momento in Calabria oltre 20mila firme
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Coldiretti è in prima linea per sventare gli attacchi al Madein Italy, di cui la Calabria rappresenta un pezzo importante. Nei giorni scorsi è stato sventato un vero e proprio blitz ai danni della produzione agroalimentare nazionale con lo stop alla proposta emendativa che proponeva la facoltà di utilizzare l’ologramma di Stato con la dicitura “Made in Italy” per beni alimentari ottenuti anche con prodotti stranieri. “E’ un risultato importante – sottolinea Franco Aceto presidente di Coldiretti Calabria – per evitare di legittimare l’inganno dei prodotti stranieri spacciati per italiani, usando come criterio il codice doganale ai sensi del quale il luogo d’origine è paradossalmente quello dell’ultima trasformazione sostanziale, così che cagliate importate dall’estero consentono la produzione di formaggi italiani o carni macinate, ugualmente provenienti da Paesi europei o extraeuropei, determinano la produzione di salumi nazionali. Su questi temi – continua – c’è un forte impegno della Coldiretti per evitare la recisione del collegamento tra filiere e territorio, ponendo a rischio investimenti produttivi, posti di lavoro e occasioni di successo dei nostri prodotti autentici a livello del commercio internazionale, minacciati anche dai dazi di Trump che possono far pagare un conto al Made in italy agroalimentare colpendo vini, formaggi, salumi, pasta, olio extravergine di oliva, agrumi, olive, uva, marmellate, succhi di frutta, pesche e pere in scatola, acqua. Questo favorisce le lobby del falso Made in Italy alimentare che solo negli Usa fattura 23 miliardi di euro. Continua la nostra battaglia “stop al cibo falso” che solo in Calabria ha già prodotto la raccolta di oltre 20mila firme per garantire la trasparenza delle informazioni, dando piena attuazione alla legge sull’obbligo di etichettatura. Altro pericolo – aggiunge Aceto – è il volume d’affari annuale delle agromafie che è salito a 24,5 miliardi di euro con un balzo del 12,4% nell’ultimo anno e per questo è importante realizzare la riforma dei reati in materia agroalimentare per aggiornare le norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900”. Il ministro della Giustizia Bonafede, ha chiesto la collaborazione di Giancarlo Caselli e dell`Osservatorio Agromafie per procedere alla revisione delle leggi in materia. Le agromafie sono diventate molto più complesse e raffinate e non vanno più combattute solo a livello di polizia ma vanno contrastate – precisa Coldiretti– a tutti i livelli: dalla produzione alla distribuzione, fino agli uffici dei colletti bianchi dove transitano i capitali da ripulire”. Altro pericolo –aggiunge Aceto – viene dall’inganno delle etichette a semaforo, sostenuto da diverse multinazionali dell’agroalimentare; si rischia di sostenere modelli alimentari sbagliati che mettono in pericolo non solo la salute dei cittadini, ma anche il sistema produttivo di qualità del Made in Italy. Il sistema di etichettatura a semaforo è fuorviante, discriminatorio ed incompleto e – sottolinea Aceto – finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Si rischia – conclude Aceto– di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di bocciare elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva, considerato il simbolo della dieta mediterranea. L’impegno della Coldiretti – assicura e conclude Aceto – sarà continuo e vigileremo in ogni sede per proteggere i primati del nostro agroalimentare”.
05-07-2019 Ufficio Stampa Coldiretti Calabria