Ven. Apr 19th, 2024

Salvata dalla forza d’animo della nonna e dalla determinazione dei chirurghi. Una gemellina rumena di 2 anni, colpita da un tumore toracico e cervicale, arrivata da Bucarest lunedì all’aeroporto dove l’attendeva un’ambulanza che l’ha trasportata al Sant’Orsola, ha superato un intervento durato quasi sei ore. “Quando i medici sono usciti dalla sala operatoria e hanno detto che era andato tutto bene, quasi non mi sembrava possibile e mi sono fatta ripetere la stessa cosa per due volte – spiega commossa la nonna, che ha vissuto per tredici anni in Italia –. Abbiamo sofferto tanto e adesso finalmente, grazie a questi angeli di Dio, sì li chiamo così, io e mia figlia abbiamo potuto dare la bella notizia al padre che è rimasto a casa con l’altra gemellina. Nel nostro Paese la bambina ha fatto tre cicli di chemio, ma non sarebbe stata operata. Allora ho cercato in Italia un centro specialistico e ho trovato il professor Mario Lima al quale al telefono ho subito detto sono una nonna disperata.

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E’ passata poco più di una settimana e ora che il neuroblastoma, originato da alcune cellule del sistema nervoso, è stato asportato, tutti tirano un sospiro di sollievo. “Siamo riusciti a togliere l’intera massa tumorale – conferma Lima, direttore della Chirurgia pediatrica – che comprimeva i vasi del collo, quelli che portano il sangue al cervello, e spostava anche l’arco aortico e per questo è stata necessaria la collaborazione del cardiochirurgo. La bambina rischiava di soffocare. Importante anche il ruolo degli anestesisti, con noi era presente Maria Teresa Cecini. Ora la bimba è nella rianimazione pediatrica diretta da Fabio Caramelli“.

In sala c’era anche il professor Gaetano Gargiulo: “Il tumore interessava pure una parte cardiaca e vascolare e prima di asportarlo abbiamo isolato uno a uno i vasi arteriosi”. L’intervento era stato programmato oggi, ma la bimba appena giunta al Policlinico ha avuto una crisi respiratoria e quindi gli specialisti hanno deciso di agire subito. “Siamo arrivati appena in tempo – ammette Lima – perché mentre la nonna mi mandava via mail la documentazione clinica, era necessario anche ricevere il modulo europeo con cui il governo rumeno si impegna a pagare le spese dell’intervento”. Per il professore, “ora che il Sant’Orsola è diventato Ircss per la chirurgia e l’oncologia, questi interventi multidisciplinari, con pazienti che arrivano da Paesi europei, diventeranno quasi la norma. Questo sulla bimba, durato quasi 6 ore, fa da apripista.

Accanto ai due chirurghi, era presente anche il professor Andrea Pession, direttore della Pediatria: “Dopo aver sottoposto la bambina alla Tac è stato chiaro che l’unica soluzione era l’operazione, ma mentre per me è stato facile dirlo, la parte più impegnativa spettava ai chirurghi, che hanno dimostrato grande determinazione”. Dalla Regione arrivano ai professionisti le congratulazioni di Raffaele Donini, assessore alle Politiche per la salute. E mentre la nonna ringrazia i medici e l’associazione rumena che ha sostenuto le spese del viaggio in aereo, in città si sono presi cura di lei e della figlia i volontari di Amaci.

Articolo di Donatella Barbetta tratto da www.ilrestodelcarlino.it

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