PALMI (RC) – Resiste a Palmi l’unica macchina processionale a spalla d’Italia ad essere popolata da persone nel ruolo di figuranti e che nel dicembre del 2013 è stata inserita nella lista dei beni immateriali patrimonio dell’umanità. La Varia, gigantesco carro meccanico privo di ruote, ideato e costruito agli inizi del Novecento dal palmese Giuseppe Militano (che ottenne il riconoscimento di una medaglia d’oro a Milano, per avere inventato una forbice per innestare una vite) a rappresentare l’universo e l’assunzione in cielo della Vergine Maria: fede e tradizione, devozione e storia secolare tornano protagoniste a Palmi dove fervono i preparativi dell’amministrazione guidata da Giovanni Barone, del comitato della Madonna della Sacra Lettera e della Varia presieduto dal presidente del comitato “Varia” Pino Randazzo, della cittadinanza per la processione di domenica, la seconda dopo la conquista del “brand” Unesco.
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Calato il cippo, costruita dagli artigiani locali la maestosa macchina processionale della Varia, portati in processione la reliquia del Sacro Capello e il quadro della Madonna della Lettera seguiti dal Palio e dalla sfilata dei Giganti, eletti l’Animella (Silvia Scarfone) e il Padreterno (Giuseppe Ciappina), domenica per le vie di Palmi, in una cornice di fedeli e di gonfaloni, avanzerà nuovamente una ondeggiante nuvola a forma conica sorretta da una struttura metallica, ad incarnare l’Assunzione della Madonna al Cielo, su un carro sacro alto 16 metri con la base alta 2,25 metri e larga 2,34 metri– detta Ccippu – in legno di quercia, trainato attraverso due corde lunghe 150 metri, da duecento “’mbuttaturi” (trascinatori o spingitori della Varia) rappresentanti le cinque antiche corporazioni – Artigiani, Bovari, Carrettieri, Contadini e Marinai (in ordine rigorosamente alfabetico), che indossano un tradizionale costume bianco con una fascia rossa legata attorno alla vita ed un fazzoletto di colore al collo (i colori delle corporazioni).
Ogni corporazione ha un proprio stendardo di appartenenza. Sul “Ccippu” si trovano i dodici apostoli, ai lati della nuvola di forma conica sono posizionati gli angioletti (bambine di età compresa tra i 7 e gli 11 anni) a vegliare sulle Sacre Spoglie di Maria Ascesa al Cielo, in alto alla Varia un giovane forte e coraggioso che incarna il Padreterno (u Patraternu), ed in cima una bambina detta “Animella” (in dialetto palmese “Animeddhra”) di età compresa tra i 10 ed i 12 anni (adesso portata a 13 dal nuovo statuto) individuata con votazione popolare che incarna la Vergine Assunta in Cielo.
La tradizione religiosa affonda le radici sul finire del 1500 quando in tutta Europa il popolo manifestò questa volontà di avvicinarsi al Padre. Essa ha origini antichissime e che lega questo comune calabrese alla città di Messina, anch’essa devota alla cosiddetta Madonna della Sacra Lettera. Pare infatti che i marinai palmesi offrirono medicinali e viveri ai messinesi afflitti dalla pestilenza e che il Senato di Messina, per ricompensare tale generosità, offrì alla città di Palmi uno dei tre Capelli con cui Maria aveva avvolto la Lettera di Benedizione rivolta alla città di Messina secoli addietro. La reliquia di tale Capello è oggi custodita a Palmi nella Cattedrale. Nacque così nel comune calabrese il culto della Madonna della Lettera, patrona della Città di Palmi e venerata anche nella città Messina.
(fonte Quotidiano del Sud)