Dove sta la verità? È questa la domanda che sorge spontanea e anche spintanea, visto il susseguirsi di fatti ed eventi, a così breve distanza, gli uni dagli altri. Eh già, perché se Baiardo Salvatore, gelataio e giocatore, oppure confessore o delatore, depistatore benché commentatore, diviene credibilissimo ospite nella trasmissione di Giletti, è proprio a Giletti -ovvero questo giornalista trasformatosi in “starlette” populista!- che bisogna indirizzare la colpa primigenia. Quindi adesso che ci troviamo innanzi a siffatta “bufera mediatico-giudiziaria” (per altro l’ennesima della storia italiana, epperò il diritto, i processi, la giurisprudenza, non si esercitano in codesto modo!), Dicevo, oggi, vi è qualcuno che ha l’ardire di sostenere, ed anche di dare ad intendere, di sottecchi e con sottesi, quanto sia bravo, bravissimo, colui il quale -ovvero, sempre Giletti- sia un giornalista di razza, coraggioso ed indipendente. Così non appare in toto, anzi…Difatti, circa le indiscrezioni, non mi pare di aver letto e notato, alcuna smentita da parte degli organi investigativi -sia Magistratura, che ROS dei Carabinieri- in merito alle questioni che investono il giornalista (starlette?) torinese, cioè il solito Giletti, nelle parti per lui più scabrose e stigmatizzabili, come ad esempio il pagamento del danaro per le comparsate televisive nella sua trasmissione di Baiardo, oppure la chiusura della trasmissione stessa o anche i comportamenti giletteschi sottoposti ad indagine o persino la confessione dell’ospite oscuro (sempre Baiardo!) quando dichiara che fu istigato dal conduttore ad affermare che quest’ultimo fosse minacciato. Poi, Giletti, durante un interrogatorio, tira fuori una leggenda metropolitana e persino mitologica, cioè quella della fotografia che immortalerebbe -dico immortalerebbe, in quanto fino a prova del contrario, perciò di evidenza, non esiste, punto e basta- nientepopodimeno uno dei fratelli Graviano, Silvio Berlusconi e il defunto Generale Francesco “Ciccio” Delfino. A parte il fatto che, persino l’Avvocato di Berlusconi, Giorgio Perdoni per l’appunto, è dovuto intervenire a difesa delle norme procedurali, chiedendo conto di un incredibile fuga di notizie -certamente “contra legem” – la quale violazione è reato bell’e buono, da perseguire in ottemperanza al codice penale, ma “gettare la croce” da parte di chiunque lo faccia, sui morti, è indecoroso, come non mai, al pari di sempre. Ciccio Delfino, lo si voglia o no – ma lo so disse pure in trasmissione e lo riferì financo l’ex Ministro Claudio Martelli – è il vero artefice della cattura di Riina, quindi di già per ciò, a lui e solo a lui, bisognerebbe riconoscere, tappeto rosso, tanto di cappello e molteplici ex voto per grazia ricevuta. Ma Ciccio – era di Bovalino come me, lo conoscevo pure e mi onoro dell’amicizia con i suoi parenti! – era un servitore dello Stato, certamente con sue debolezze umane, ma ha compiuto in modo integerrimo (fino ad un certo punto della sua vita? Vedremo se il futuro non lo riabiliterà in tutto e per tutto!) dicevo, ha compiuto il suo dovere di Carabiniere, come suo padre lo fece precedentemente, rispetto a lui. E comunque se Baiardo prima era credibile -patti chiari: grazie a Giletti! – adesso che le loro strade si dividono, in quanto lo vede contrapposto al giornalista, non è che all’improvviso può ridiventare un reietto (come era giusto considerarlo sempre!), soltanto perché nega una dichiarazione testimoniale del conduttore (starlette?), soprattutto in merito alla foto di Delfino, della quale non vi è traccia, quindi non esistente (così come io penso e sostengo!). Troppo comodo, (non)esimio Giletti, mestare nel torbido, pensando di non sporcarsi mai e poi gridare (pure con il silenzio equivoco) a censure, perché le censure -soprattutto quelle moralistiche, tipiche di gente simile a te, giammai morali come chi come la morale ce l’ha!- arrivavano, prima o poi, per chiunque. Inesorabilmente.
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Vincenzo Speziali
