Sab. Apr 27th, 2024

Come certificato dal report sull’economia locale della scorsa settimana presentato da Banca d’Italia di Catanzaro, la Calabria parte quasi da zero. L’economia calabrese dopo una recessione durata 7 anni si è stabilizzata, ma il Pil resta su percentuali basse. L’aumento del 2014 era stato dello 0,2 % rispetto all’anno precedente, nel 2015 dello 0,1% quando la media del sud è stata dell’1,6%. Così la Regione ha concordato con Bruxelles un piano d’interventi ad ampio raggio, con cui le aziende calabresi hanno un ampia possibilità di inserimento.

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Alle aziende calabresi, il Por che continuerà fino al 2020, destina 186,6 milioni di euro, cioè il 7,8 % del totale dei circa 2,3 miliardi. Anche parte dei 210,2 milioni riservati alla ricerca tocca alle imprese, così come i 168,7 milioni per incentivare l’occupazione. Gli aiuti sono diversificati, la cosa più importante sarebbe destinarli tutti e farli fruttare, in controtendenza fino a quanto è accaduto finora.

Partendo da zero i margini di miglioramento sono possibili per il mondo produttivo locale. Il ministero dello sviluppo economico in una relazione sul Por 2007/13 scrisse che la Calabria era ancora molto distante dai principali obiettivi occupazionali fissati dai Consigli Europei di Lisbona e Goteborg agli inizi del 2000.

Il rush finale nella vecchia programmazione 2007/13, che ha evitato la perdita dei finanziamenti è stato apprezzato dalla commissione, e dimostra che un cambiamento c’è stato . Con un confronto stretto tra uffici regionali e Bruxelles, come quello avviato dal governatore Mario Oliverio con la commissaria europea per le regioni Corina Cretu, si potrà fare di più rispetto a un passato che sarebbe meglio archiviare, ed al massimo farlo funzionare come manuale per non sbagliare.

 

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