Mar. Apr 30th, 2024

Completato il restauro, curato dalla Soprintendenza di Cosenza, della pala in legno. L’ opera attribuita a Salvo d’Antonio, nipote di Antonello da Messina.

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Fra i tanti capolavori che vanta la città di Tommaso Campanella si può aggiungere la pala in legno della Madonna del Borgo, attribuita a Salvo d’Antonio, nipote di Antonello da Messina per parte del fratello Giordano, la cui attività pittorica è datata e documentata tra il 1493 e il 1522.

La tavola è stata, infatti, presentata ufficialmente nella chiesa di San Francesco di Stilo alla presenza di autorità e di cittadini dalla Soprintendenza al Patrimonio storico-artistico di Cosenza.

Nel corso del convegno svoltosi nella chiesa di San Francesco e moderato dal giornalista Francesco Sorgiovanni, si sono succeduti diversi interventi prima dello scoprimento della pala custodita in una vetrina blindata.

Dopo i ringraziamenti alla Soprintendenza del parroco, don Salvatore Monte, l’intervento di saluto del sindaco, Giancarlo Miriello. “A Stilo si cerca sempre di migliorare perché è una città d’arte che mira molto a una massiccia presenza turistica. Siamo orgogliosi di questa Madonna che ritorna dopo tanti anni ad arricchire il nostro patrimonio artistico notevole e invitiamo tutti a venire a Stilo”.

Quindi l’intervento della responsabile della Soprintendenza al Patrimonio storico-artistico di Cosenza, Enrichetta Salerno “La presenza della Soprintendenza – ha detto – a Stilo vuole essere una testimonianza significativa del nostro impegno accanto ai parroci che sono i primi custodi delle opere d’arte nelle chiese, e ai vescovi che hanno il delicato compito attraverso gli uffici diocesani per i Beni culturali, di valorizzare il patrimonio artistico del territorio. Tra i tanti capolavori di Stilo – ha proseguito – s’inserisce a pieno titolo la Madonna del Borgo, tornata in chiesa dopo un complesso e delicato intervento di restauro che meritava un’attenzione particolare perché si tratta di una pagina molto interessante del panorama generale dell’arte calabrese. Con la consegna di questa Madonna abbiamo completato i restauri su Stilo. Rimane, ora, in laboratorio un affresco staccato del San Giovanni Theristis di Bivongi, che speriamo di restituire presto appena saranno completati i lavori nella basilica”.

Poi, è stata la volta del restauratore della Soprintendenza, Bisceglie, “come tutti i dipinti su tavola, ci sono grosse difficoltà per il legno è molto sensibile ai microclima. La pala ha subito una prima parchettatura nel 1976, detta alla fiorentina, che non andava bene e ho dovuto alleggerire qualche anno fa perché il legno non va contenuto ma frenato. La bontà del restauro – conclude – dipende dalla bontà della conservazione”.

Le conclusioni che spettano a vescovo di Locri-Gerace, Francesco Oliva, assente per un impegno imprevisto, sono state di Giuseppe Mantella, restauratore che si è congratulato con quanti si sono adoperati per il ritorno della pala a Stilo.

Infine lo scoprimento dell’opera di d’Antonio in una cornice di cittadini e autorità.

Il primo studio

La tavola è stata pubblicata dalla studiosa Di Dario nel 1976 nel primo catalogo della prima mostra di “Arte di Calabria” con opere restaurate nel laboratorio della Soprintendenza di Cosenza. Il disegno dell’autore del dipinto Salvo d’Antonio, discepolo e nipote di Antonello da Messina, nelle Memorie dei pittori messinesi del 1821 è considerato “pieno di verità e di espressione”.

UGO FRANCO

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