Sab. Apr 27th, 2024

Ugo Franco – Il Katholikon di Stilo continua a stupire il mondo dell’arte. Una nuova scoperta fatta ieri, rivela una data che stravolge la storia del gioiello bizantino nota fino a oggi tanto che bisognerà riscriverla. La data scoperta riporta l’anno 1552 sull’affresco della Dormitio Virginis all’interno della Cattolica grazie al fiuto e all’intuizione acuta del bizantinista, Elia Fiorenza, che il mese scorso aveva svelato quanto si celava da sempre nell’epigrafe all’interno della chiesetta al di sopra di un “misterioso omino” destando l’interesse mondiale.

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La data era lì, da 466 anni. Ai piedi dell’Angelo, nel ciclo pittorico che segna l’inizio dell’arte figurativa occidentale, osservato da centinaia di migliaia di turisti, tanti studiosi e nessuno se n’era mai accorto.

La collocazione dell’affresco era fissata, sinora, in un arco temporale compreso tra il 1410 e il 1530. Come detto, a scovare la  presenza della data, tra il colore nero e marrone scuro su un fondo grigio cenere, in basso nel ricco palinsesto iconografico della parete occidentale, di fronte alle due colonne della “perla di arte bizantina”, è stato, Elia Fiorenza, mentre si confrontava sugli affreschi della Dormitio con Franco Danilo, studioso di storia locale ed esperto di archeologia industriale della Calabria

<<Al di là della curiosità e del valore teologico o cronologico – spiega Fiorenza – la scoperta di una data su un affresco all’interno della Cattolica ha un grande valore non solo per la storia di Stilo ma, per tutto il mondo dell’arte. Grazie a questa data, che certamente va supportata da ulteriori raffronti, approfondimenti e studi, si è può affermare che dopo la prima metà del Cinquecento, il Katholikon stilese, dal rito greco approda al rito latino. Elemento suggellato non solo dalla campana bronzea cinquecentesca e dalla piccola acquasantiera in granito, ma ora comprovato da questa data che chiarisce una serie di interrogativi sull’affresco più vasto presente nella Cattolica che ha obliterato i precedenti>>.

Nell’affresco della Dormitio Virginis o Transito della Vergine (Kοίμησις τῆς Παναγίας) è narrato l’episodio finale della vita di Maria, raccontato solo da alcuni apocrifi ma raffigurato in molte opere d’arte fino alla fine del XV secolo, soprattutto nelle chiese a Lei dedicate. L’iconografia della Dormitio rimane, tuttavia, fedele al modello bizantino in cui si osserva la Vergine sul catafalco, circondata dagli Apostoli, mentre Cristo in alto dipinto nella mandorla vesica piscis, simbolo di fedeltà, reca fra le braccia la sua anima, raffigurata come un bambino in fasce, e accolta dagli angeli. La medesima rappresentazione è presente nella Varia a Palmi.

<<Sulla parte bassa dell’affresco – continua Elia Fiorenza – sopra la data rinvenuta, si nota un angelo munito di lancia mentre mozza le mani ad un eretico che cerca di attentare il corpo dormiente della Madre di Dio. Sono evidenti altri caratteri al momento indecifrabili. L’affresco è diviso in quattro sezioni distinte. Un analogo palinsesto iconografico della Dormitio Virginis lo troviamo a Cropani, nella Collegiata dell’Assunta, opera dipinta su tavola, di fattura bizantineggiante, che risale alla prima metà del Quattrocento e rivela influenze catalane. Nel dipinto – conclude Fiorenza – si nota una sequenza iconografica quasi come quella di Stilo dove, oltre alla rappresentazione di Maria, degli Apostoli e gli Angeli con Dio che porta in braccio la Madonna vestita in fasce bianche, è rappresentato nella parte inferiore un angelo nell’atto di mozzare le mani ad un infedele>>.

Possiamo dire, insomma, che la giornata della Befana abbia portato a Stilo un bellissimo dono.

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