Sab. Apr 27th, 2024

Mense comuni, una sola rete di servizi per più strutture d’accoglienza presenti nello stesso territorio, pulizia degli appartamenti affidata agli stessi migranti, “previa fornitura di specifici materiali”. La ‘direttiva Salvini’ ridisegna il sistema d’accoglienza e va ad incidere su diversi aspetti interessando sia i grandi Centri sia le strutture più piccole inserite nel sistema Sprar. L’elevato numero di richiedenti asilo, che restano nelle strutture in attesa che venga completato l’iter della domanda anche fino a due anni e mezzo con “significativi oneri a carico dell’erario”, si legge nella direttiva, richiede infatti una “rivisitazione” del sistema. Un intervento “ineludibile” che ruota attorno a due parole d’ordine, “razionalizzazione” e “differenziazione” dei servizi deciso anche per rispondere, sottolinea il Viminale, alle raccomandazioni della Corte dei Conti che ha “stigmatizzato il ‘diritto di permanenza indistinto’ nei centri, riconosciuto anche a chi non ha titolo”. Per questo il primo intervento indicato dalla direttiva riguarda l’ “accoglienza integrata”: deve esser riservata esclusivamente ai migranti ospitati nelle strutture di secondo livello e “beneficiari di una forma di protezione” e non a tutti coloro che sono in prima accoglienza. Vanno poi rideterminati i “servizi assistenziali” in considerazione del fatto che la maggior parte dei richiedenti asilo sono ospitati in strutture di piccole e medie dimensioni e non nei grandi Centri. Ferme restando “condizioni di vita dignitosa tali da garantirne il sostentamento e tutelarne la salute”. La direttiva indica anche quali sono i “servizi di base” che devono essere garantiti “nell’ambito di una corretta e trasparente gestione amministrativa”: “alloggio, vitto, cura dell’igiene, assistenza generica alla persona, tutela sanitaria, sussidio per le spese giornaliere”. Ma ogni prestazione dovrà essere “diversificata” tenendo conto delle dimensioni della struttura di accoglienza. Il documento indica anche alcuni esempi: “la somministrazione dei pasti potrà essere assicurata mediante un sistema di mensa nei centri collettivi”, nel caso di grandi Centri, oppure “soddisfatta mediante la fornitura di derrate nei casi di ospitalità in appartamenti”. Dove potranno essere gli stessi migranti a fare le pulizie, mentre nei Centri più grandi ci sarà un appalto ad hoc.

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