Ven. Apr 26th, 2024

Lettera del capo della Protezione civile al governatore: o interviene su personale e trasferimento della sede di Cosenza o vado a casa tra 10 giorni. Nella comunicazione “anticipazioni” giudiziarie e strali contro il «muro di gomma» della burocrazia

Continua dopo la pubblicità...


IonicaClima
amaCalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

I rapporti tra Mario Oliverio e Carlo Tansi continuano a essere ottimi. In pubblico il governatore blinda il “suo” dirigente della Protezione civile mentre l’avviso interno per il rinnovo dell’incarico, che è in scadenza, va avanti. Sulla scrivania del presidente della Regione, però, da un paio di giorni c’è una novità (forse) inattesa: una lettera di dimissioni non irrevocabili. Lo diventeranno tra dieci giorni se una lista di richieste del capo della Prociv non verrà evasa dalla burocrazia contro la quale Tansi esterna spesso sui suoi canali social. E proprio su Facebook è partito un conto alla rovescia che pare coincidere con l’ultimatum (che è anche un sos) lanciato al presidente: dieci giorni, poi il geologo tornerà al proprio posto di ricercatore al Cnr. Una scelta che ha minacciato più volte, specie dopo i dubbi che hanno circondato, nelle ultime settimane, lo scorrimento di una graduatoria per alcune assunzioni (ve ne abbiamo parlato qui) e il funzionamento della rete pluviometrica regionale in occasione del disastro nelle gole del Raganello (questione finita in un’interrogazione del consigliere regionale Carlo Guccione). È tra presente e passato che si snoda la lettera indirizzata a Oliverio. Partiamo dal passato.

Il conto alla rovescia di Tansi su Facebook
LE INDAGINI IN CORSO Tansi ha trovato – lo spiega nella lettera protocollata il 7 settembre scorso – quella «che il prefetto Gabrielli quando dirigeva la Protezione civile nazionale ha definito una “polveriera”». E sente sulle proprie spalle «il peso schiacciante di queste gravose responsabilità e quando mi accorgo di non riuscire a realizzare la Protezione civile che vorrei e che “deve essere”, il peso diventa insostenibile e mi induce a lasciare». Tansi concentra in dieci pagine i risultati ottenuti («La Protezione civile che ho iniziato a cambiare») e quelli che immagina per il futuro («La Protezione civile che vorrei»). I primi costituiscono il nucleo dell’attività svolta finora. All’inizio, scrive, il settore era «un ricettacolo di interessi distorti e di ingiustificati privilegi». E Tansi ha «provveduto (e sto continuando) a presentare numerose denunce sulle vicende illegali che ho rilevato, le quali sono sfociate in inchiesta giudiziarie che, grazie anche al mio contributo, hanno visto provvedimenti custodia cautelare in carcere riguardanti proprio ex dipendenti della Protezione civile». E «altri sviluppi – annuncia il capo della Prociv nella lettera a Oliverio – vi saranno certamente a seguito del prosieguo delle indagini che varie autorità giudiziarie stanno tuttora svolgendo». Dalle “anticipazioni” il direttore della Protezione civile passa ai risultati che ritiene di aver ottenuto: la riorganizzazione strutturale, il processo di infrastrutturazione tecnologica, il lancio dell’applicazione per gli smartphone chiamata “Easy Alert”, alla quale «è stato conferito un importante premio tra oltre mille progetti provenienti da tutta Italia». E poi la crescita nel completamento «dei Piani di emergenza comunali di livello “standard”, passata in pochi mesi dal 53% al 92%, mentre quelli di livello “base” hanno raggiungo il 100% ponendosi ai vertici nazionali».

RIFORMA DEL VOLONTARIATO STOPPATA Tansi ritiene di aver invertito la tendenza nel settore anche attraverso il disegno di riforma del volontariato. C’è un però: questo potrà avvenire «solo quando sarà sottratto, una volta per tutte, da ogni interferenza proveniente da certi ambienti, spesso opachi, che fino a ora hanno causato commistioni non più tollerabili. Per questo motivo – spiega – ho proposto una delibera di modifica del regolamento del dicembre 2016 che tenesse conto di questa ineludibile esigenze, attraverso un definitivo taglio del cordone ombelicale che lega il volontariato con i settori pubblici e politico-sindacali» che accusa di interferire con le attività delle associazioni. E qui si impunta il carro: «Devo constatare con rammarico che questo intento non ha trovato condivisione da parte della giunta che ha ritenuto di non procedere all’approvazione di tali modifiche».

«RESISTENZE NEGLI UFFICI» È il primo punto di un lungo elenco delle doglianze che il geologo sottopone al governatore perché non si sente abbastanza supportato. Nonostante l’intervento per riorganizzare le sale operative («con la considerevole riduzione – da 91 addetti a 35 in tutta la regione – dell’eccessivo personale adibito allo svolgimento di turnazioni, reperibilità e lavoro straordinario») e quello per abbassare il costo degli affitti (Tansi stima i risparmi ottenuti in 302mila euro), Tansi avverte «chiaramente resistenze diffuse in molti uffici regionali, direi un vero e proprio ostracismo che spesso trasforma il mio operato in un percorso accidentato, che rischia di bloccare quanto faticosamente sto cercando di realizzare». In un altro passaggio il dirigente si riferisce alla burocrazia come a un «muro di gomma»: le accuse si concentrano su due vicende che riguardano le sedi di Reggio Calabria e Cosenza. A Reggio, dopo la sottoscrizione di un protocollo d’intesa che avrebbe permesso lo spostamento degli uffici e un risparmio di 64mila euro all’anno, Tansi sostiene che il percorso si sarebbe fermato per via del mancato intervento del settore Economato. E la stessa cosa sarebbe avvenuta a Cosenza, dove la Protezione civile sarebbe dovuta andare nell’immobile di Vaglio Lise, e invece «sempre su disposizione del settore Economato, vi si sono trasferiti diversi dipartimenti regionali e altri enti strumentali senza tenere in alcun conto le esigenze della Protezione civile che ritengo siano prioritarie rispetto a quelle di tutti gli altri uffici autorizzati a prendere possesso dei locali del nuovo immobile».

PERSONALE E VAGLIO LISE: CONTO ALLA ROVESCIA A questo punto Tansi elenca cinque questioni e a due di esse attribuisce un livello di «altissima priorità». A esse lega le proprie (eventuali) dimissioni. «Qualora quanto da me richiesto non troverà il giusto accoglimento, entro e non oltre dieci giorni, quanto meno con riguardo alle questioni “ad altissima priorità”, sarò costretto, sebbene con forte amarezza, a rassegnare le mie dimissioni da dirigente dell’Uoa Protezione civile». Una decisione che, scrive, «rappresenterebbe una sconfitta per tutta la Regione Calabria e per i tanti cittadini che, in questi ultimi due anni, hanno trovato in questa struttura un insostituibile punto di riferimento per la loro tutela e sicurezza». La prima delle «altissime priorità» riguarda «l’indifferibile esigenza di aver assegnato alla Protezione civile adeguato personale tecnico e amministrativo». E cioè 3 funzionari di ruolo, 7 collaboratori dell’azienda Calabria Lavoro e una unità lavorativa, «in regime di comando, proveniente dalla scuola, la quale possiede adeguate competenze nel settore da incardinare, stabilmente, nella struttura organizzativa di questa Unità operative». Almeno riguardo all’ultima richiesta sembra di essere davanti a un identikit preciso. Sempre ad «altissima priorità» è il trasferimento della sede di Cosenza nell’immobile di Vaglio Lise, «problematica che sta diventando a dir poco surreale visto il tempo trascorso dai primi sopralluoghi effettuati – circa due anni or sono – e i tanti, troppi, intoppi burocratici che si sono verificati fino a questo momento». Non che le altre richieste (prima fra tutte la richiesta di risorse per 1,5 milioni di euro da destinare al settore) siano di scarsa importanza. Ma se le prime due pratiche non si sbloccheranno Tansi tornerà nel suo studio a Rende. Il conto alla rovescia (social) è già cominciato.

Print Friendly, PDF & Email