Sab. Apr 27th, 2024

Il procuratore di Catanzaro presenta a Roma il libro scritto assieme ad Antonio Nicaso. E critica l’Europa («sulle mafie è all’anno zero»). «La Capitale è aperta a tutti gli affari. Chiunque può fare business»

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«Se il Paese è pronto a una vera riforma della giustizia? Oggi dico no, perché io ancora non l’ho vista. Sono abituato a dire quello che vedo e penso. A oggi con tristezza non vedo la volontà di fare una rivoluzione sul piano giudiziario e soprattutto legislativo».
Così il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri nel corso della presentazione del suo libro a Roma. «Se è la politica che non la vuole? Certo – ha aggiunto – La politica se volesse potrebbe fare questa rivoluzione e nell’arco di meno di dieci anni abbattere le mafie dell’80 per cento, nel rispetto della Costituzione, se il potere politico volesse creare un sistema giudiziario diverso proporzionato a questa realtà criminale».
«Sono arrabbiato con la politica dall’estrema destra all’estrema sinistra – ha proseguito il magistrato – perché sto ancora aspettando un Governo e un Parlamento che stando col culo sulla sedia, scriva articolati di legge. Ci devono fare le leggi, io sono arrabbiato col potere politico che non ha alibi. Portiamo un articolato in Aula: poi vediamo chi sta da una parte o dall’altra… Nel 2014 – ha ricordato Gratteri – ho partecipato a una commissione per la riforma della giustizia e a Renzi chiesi di scegliere le persone e che la commissione fosse gratuita. Abbiamo modificato circa 200 articoli, un articolato di legge pronto per essere votato. Alla commissione dissi: modifichiamo l’ovvio per far funzionare il processo penale. Serve l’informatizzazione che abbatte tempi e costi. Non si parla di informatizzazione perché ne hanno paura. Che ci vuole a mettere una Pec per tutti i cittadini e risparmiamo milioni di euro? Invece abbiamo 4mila carabinieri che fanno ancora i messi notificatori». Secondo Gratteri ben 10mila uomini «fanno traduzioni e trasferimenti, e le carceri sono chiuse perché manca il personale. Questo giochino all’anno costa 70 milioni di euro. Sapete perché i processi si prescrivono? Perché se cambia un magistrato in un processo bisogna ricominciare tutto. Io – ha concluso – avevo proposto la videoregistrazione delle testimonianze».

«CONSULENTE GRATUITO» Gratteri torna anche sulla sua nomina sfumata a ministro della Giustizia. «Se la politica dovesse chiamarmi ancora? Sono il felice procuratore di Catanzaro e sono nel contempo il “consulente gratuito”, sul mio telefono chiamano parlamentari di tutti i partiti. Dico quello che penso e poi fanno esattamente il contrario».

EUROPA ALL’ANNO ZERO Se in Italia non va bene, in Europa è addirittura peggio. «In Europa purtroppo la legislazione Antimafia è all’anno zero – dice Gratteri , non è attrezzata non solo sul piano normativo ma anche culturale. La strage di Duisburg non è servita a nulla». «Le mafie – ha aggiunto – esistono in Germania, in Francia, in Portogallo, in Spagna e anche a Copenaghen ma man mano che si sale in Europa c’è sempre meno contrasto alle mafie. Questo vuol dire che non c’è l’idea di combatterla. Io sono per l’Europa ma mi arrabbio quando parla solo di economia e banche, discutono settimane per le dimensioni della frutta da importare mentre le mafie si comprano tutto quello che possono».

ROMA CITTÀ APERTA PER LE MAFIE «Roma Capitale è “Roma città aperta” – ha aggiunto il magistrato –. C’è spazio, è un territorio per tutti, chiunque può fare affari, chiunque può fare business. Di Roma è stato deciso quarant’anni fa di lasciarla aperta. Se ancora rimane questo dato vuol dire che è conveniente lasciarlo in questo modo. C’è spazio per tutti. Scontri? La ‘ndrangheta uccide quando è assolutamente necessario. Ma purtroppo ha dimostrato, nei momenti in cui ha deciso di sparare, che in pochi anni nella provincia di Reggio Calabria ha ucciso 700 persone. Per la ‘ndrangheta, Roma si intende entro il Raccordo anulare. A Nettuno, invece, che non è Roma, una famiglia del basso catanzarese ha deciso di aprire una “locale” di ndrangheta».

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