Ven. Apr 26th, 2024

E’ stato fissato per giovedi’ prossimo, 21 marzo, dalla Dda di Reggio Calabria l’affidamento peritale sul fucile calibro 12 con cui sarebbe stato assassinato il 9 agosto del 1991, a Campo Calabro, il sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione Antonino Scopelliti. L’arma, secondo quanto riferito da fonti investigative, e’ ancora nelle condizioni, stante lo stato di conservazione, di essere sottoposta alle prove tecnologiche ai fini dell’interesse probatorio.
Come indicato da Maurizio Avola, pentito della cosca catanese della “famiglia Santapaola”, autoaccusatosi di decine di omicidi, il fucile era stato trovato mesi orsono nella campagna catanese sotterrato all’interno di un contenitore metallico. Condizione che lo ha preservato dagli agenti atmosferici corrosivi. L’indagine, sia pure a distanza di molti anni, confermerebbe anche le relazioni tra la ‘ndrangheta, ed in particolare tra le cosche De Stefano, Piromalli e Pesce, e la “cupola” di Cosa nostra, allora diretta dal triumvirato Riina-Provenzano-Bagarella, che aveva gia’ progettato l’attacco al cuore dello Stato con l’avvio della stagione delle stragi, in Sicilia e in Calabria, organizzando l’uccisione di magistrati, politici e personale delle forze dell’ordine.
“Le nuove rivelazioni ed i risvolti investigativi venuti fuori negli ultimi giorni offrono uno spaccato inquietante del torbido intreccio di interessi criminali che si celano dietro il barbaro assassino del Giudice Antonio Scopelliti, un professionista integerrimo al servizio della giustizia, un amorevole padre di famiglia, al quale la nostra terra rimarrà per sempre sentilmente legata”. Lo sostiene, in una nota, il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. “La storia di quel delitto che agli inizi degli anni ’90 sconvolse la comunità reggina e l’Italia intera, dando di fatto avvio a quella che passerà alla storia come la stagione delle stragi, aggiunge il sindaco, sembra confermare l’esistenza di una storica macabra alleanza tra la mafia siciliana e la ‘ndrangheta calabrese, costruita su una reciproca convivenza di interessi criminali a danno dello Stato e della Giustizia. Da cittadino, prima ancora che da Sindaco, vorrei si possa fare piena luce su quell’assassinio, non solo per dare pace al ricordo del Giudice Antonio Scopelliti, ma anche perchè, come appare ormai sempre più evidente, accertare la verità che ruota attorno al delitto di Piale, significherebbe ricostruire un pezzo importante della storia d’Italia, un passaggio significativo utile a definire i contorni della geografia criminale degli ultimi decenni. Nel trasmettere un abbraccio caloroso da parte della comunità reggina alla famiglia Scopelliti, ed in particolare alla figlia Rosanna, al quale mi legano sentimenti di profonda amicizia”, dice ancora il Sindaco Falcomatà, “esprimo il più sicncero plauso agli uomini della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ed al suo capo Giovanni Bombardieri, per il brillante risultato raggiunto con l’avvio del nuovo filone di indagine. Siamo certi che gli importanti risvolti investigativi saliti agli onori della cronaca negli ultimi giorni risulteranno di fondamentale importanza per la ricostuzione di una verità storica che la nostra Città e l’Italia intera aspettano ormai da troppo tempo”.

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