Ven. Apr 26th, 2024

    Pubblicato il terzo libro del saggio di Adriano Scarmozzino
                           “Nosside, poetessa dai mille volti, e i personaggi descritti nell’Odissea Italica”

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Il libro terzo dell’opera intitolata  “Il mistero rivelato – Nosside di Locri, la sublime poetessa dell’Odissea italica” contiene uno studio relativo ai principali protagonisti del poema, con interessanti ipotesi che pongono al centro la poetessa Nosside e alcuni suoi familiari.
L’autore Adriano Scarmozzino sostiene l’ipotesi che la personalità della poetessa Nosside si nasconda dietro alcuni dei personaggi dell’Odissea, per questo motivo la definisce “poetessa dai mille volti”.
Nel terzo libro si illustrano infatti le possibili modalità con cui la poetessa scelse di celare alcuni tratti della propria personalità in diversi personaggi femminili del poema (oltre la principessa Nausicaa, anche Penelope, Elena, Circe, Calipso).
L’analisi prosegue con lo studio delle principali divinità dell’Odissea italica, attraverso cui l’autore intende anche far comprendere la prevalenza della sensibilità e cultura femminile che pervade tutto il poema.  A ricoprire un ruolo privilegiato è Atena, la dea che conduce l’azione narrativa,  a cui si accompagnano citazioni di altre divinità come Artemide, Afrodite, Persefone o Demetra.  A tutte loro si aggiungono le ninfe che occupano ruoli rilevanti nel poema, come la dea Circe o Calipso, affiancate da altre significative divinità marine e fluviali, tra cui spicca Ino Leucotea.
Scarmozzino rivela anche, all’interno del terzo libro, alcune possibili tecniche di creazione dei nomi della versione italica del poema omerico attraverso il procedimento di assonanza (come, ad esempio, dei personaggi Mentes e Mentore). Il poeta Stesicoro, le cui opere costituirono un modello culturale per i poeti della Magna Grecia e per la stessa poetessa Nosside, viene associato al cantore Demodoco della reggia dei Feaci. E dal momento che il vero nome del poeta Stesicoro era Tisia, si spiegano le motivazioni per cui è possibile ritrovarne alcuni tratti anche nella figura dell’indovino Tiresia.
Sulla base di tale studio, l’autore del saggio formula inoltre delle ipotesi sulle motivazioni biografiche e sugli avvenimenti che potrebbero aver portato la poetessa della città di Locri Epizefiri a scrivere una versione più recente dell’antico poema dell’Odissea. Nell’evolversi di tali eventi, vengono coinvolti anche alcuni familiari della poetessa come la nobile nonna Cleoca, citata anche in uno degli epigrammi lirici di Nosside, evidenziandone la possibile corrispondenza con la nutrice Euriclea.
Nel complesso si ha una lettura completamente nuova del testo che viene staccato dalla fase arcaica e riletto come un documento successivo. L’interpretazione è fortemente legata a quanto letteralmente descritto nei versi dello stesso poema da cui si desume il passaggio da una tirannia ad una forma di democrazia assembleare all’interno di un contesto culturale in cui le donne assumono un ruolo più significativo e socialmente riconosciuto.
Chiaramente le novità della tesi di Adriano Scarmozzino possono suscitare inizialmente una certa sorpresa, ma nell’arco di tre libri un numero crescente di indizi induce a prendere in considerazione l’ipotesi che si possa trattare di un’opera nata dal genio femminile in un’epoca successiva a quella del divino cantore Omero, presso una delle illustri e antiche città della Magna Grecia.

Adriano Scarmozzino

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