Mar. Mar 19th, 2024

La cosca lametina Cerra-Torcasio-Gualtieri, è una di quelle di “seria A, capace di interfacciarsi, negli anni passati, con i clan di San Luca per cogestire il traffico di droga e anche per scambiarsi i killer”. A dirlo il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri illustrando i risultati dell’operazione “Crisalide 3” che ha colpito vertici e gregari della cosca. Quattordici gli arresti mentre ad altre 16 persone il provvedimento è stato notificato in carcere. Nonostante sia stato colpito dalle operazioni Chimera e Crisalide 1 e 2, la consorteria ha continuato a perpetrare il controllo sulle estorsioni. “A fare da contraltare – ha sostenuto il colonnello Massimo Ribaudo, comandante del Gruppo Carabinieri di Lamezia Terme – c’è stato il contributo fattivo con le forze dell’ordine da parte di alcune delle parti offese. Anche a Lamezia si può fare impresa in maniera libera”. “La cosca – ha sostenuto il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla – nel corso degli anni ha continuato a perpetrare il controllo del territorio attraverso l’aiuto di giovani che hanno preso il posto degli azionisti precedenti. Sono stati registrati rapporti tra gli esponenti apicali in carcere e soggetti che facevano da collegamento con l’esterno”. La cosca, secondo l’accusa, ha anche utilizzato dei minorenni per comperare giochi pirotecnici da cui veniva ricavata la polvere per costruire ordigni esplosivi artigianali utilizzati per le intimidazioni agli imprenditori estorti. “Nel 2008 – ha detto il col. Giuseppe Carubia, comandante del Nucleo operativo di Catanzaro – è stata accertata l’esistenza della cosca con la pronuncia di una sentenza da parte del gup distrettuale. Dopo le operazioni che hanno colpito i Giampà e gli Iannazzo, i Cerra-Torcasio-Gualtieri hanno cercato di affermarsi ulteriormente”. Dalle indagini, ha riferito Ribaudo, “è emersa la figura di Ottorino Ranieri che grazie alla fidanzata Francesca Falvo era in grado di continuare a mantenere le redini dell’organizzazione dando messaggi chiari e specifici, arrivando a consigliare anche con quali toni bisognava rivolgersi ad alcuni imprenditori, oppure disposizioni nei confronti degli affiliati rimasti in libertà. Questo ha permesso di stabilire la capacità del clan di rigenerarsi nonostante i provvedimenti presi nei suoi confronti ma dall’altro lato, ogni tentativo di riorganizzarsi è stato subito stroncato dalla Procura e dall’attività svolta dai carabinieri”. Il nuovo comandante provinciale di Catanzaro dei Carabinieri col. Antonio Montanaro ha evidenziato come si tratta di “un primo risultato operativo di attività di indagine che sono state condotte sul territorio. Due anni fa nasceva il Gruppo carabinieri di Lamezia Terme per implementare il contrasto alla criminalità organizzata della città della Piana”.

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