Ven. Apr 26th, 2024

Prima uscita pubblica della candidata del centrodestra a Lamezia. Tra le fila dei sostenitori i massimi esponenti calabresi di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Udc: «L’obiettivo è fare squadra»

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«I partiti hanno delle regole e io in Calabria rappresento anche un po’ la storia di questo partito, ad un certo punto era scontato che venisse fatto il mio nome». Jole Santelli, per la sua prima uscita pubblica, entra sotto braccio a Gigi Fedele e Franco Talarico. Aver accettato l’investitura per conquistare lo scranno più alto della regione Calabria ha mantenuto salda la triplice alleanza: Berlusconi-Salvini-Meloni. L’abbraccio di buon augurio per l’avvio della campagna elettorale è caloroso con tutti gerarchi del cendrodestra calabrese ma è a Giuseppe Nucera che la la coordinatrice forzista dedica le attenzioni più lusinghiere. L’ex vertice di Confindustria per la città di Reggio Calabria ha sposato la linea della deputata ed entra di tutto diritto nella coalizione composta da Lega, Fratelli d’Italia e Udc. L’accordo è che non si parla degli altri, quindi, sulla rottura con Mario Occhiuto, terminata con le dimissioni da vice-sindaco della stessa Santelli e l’accusa di alto tradimento da parte del sindaco di Cosenza, la risposta è una soltanto. «La nostra è una coalizione che condivide i nomi. I progetti non si fanno mai sull’uomo, arriva un momento che è anche necessario fare un centimetro di lato nell’interesse di tutti».
«UN’ALTRA STORIA» Carta e penna in mano per il dopo Oliverio, Jole Santelli, le consegna in mano ai parlamentari calabresi di Forza Italia (l’unico assente per ovvie ragioni era Roberto Occhiuto) poi a chi è rimasto fedele alla linea di partito. Schierati in trincea, infatti, ci sono: Gigi Fedele, Pino Gentile, Maria Tripodi, Marco Siclari, Domenico Giannetta, Mimmo Tallini, Giuseppe Pedà, Alfonsino Grillo, Ennio Morrone e il figlio Luca, Michele Traversa, Baldo Esposito, Fausto Orsomarso, Giuseppe Mangialavori, Francesco Cannizzaro, Giancluca Gallo e, sul finire dell’incontro, è comparso anche Sergio Abramo. Da Cosenza, invece, dove attualmente gli animi sono esagitati anche in vista di un possibile accordo Occhiuto-Callipo (qui la notizia) per la candidata sono arrivati: i consiglieri comunali Carmelo Salerno e Gisberto Spadafora accompagnati da Loredana Pastore. Gli ultimi due, da sempre vicinissimi al sindaco Occhiuto, hanno deciso di sposare la causa forzista rompendo gli indugi politici e forse anche quelli che riguarderanno la stabilità del consiglio comunale. «La parola chiave è identità – dice Jole Santelli -. Dobbiamo cambiare la reputazione del nostro territorio. La mia non è una candidatura per caso, come è successo per il centrosinistra con Callipo, io non ho fatto nulla per averla».
IL SOSTEGNO DELLA COALIZIONE L’obiettivo è fare squadra e questo al netto dell’ansia da prestazione per l’esordio. Jole Santelli è l’unico candidato donna, ma dietro la sua figura, non c’è nessun dubbio. «La nostra non è una unione di facciata – spiega Wanda Ferro -. Ma è una unione nel rispetto di un impegno che facciamo nei confronti dei calabresi. Chiudiamo il capitolo della pagina amministrativa più obbrobriosa: quella a guida Oliverio. Nei primi 100 giorni dobbiamo mettere mano alla macchina organizzativa della regione sarà la nostra priorità». È distesa, dopo mesi di contrattazioni frenetiche, anche la Lega. «Cinque anni fa non c’eravamo, oggi presentiamo le nostre liste nella piena convinzione di diventare forza di governo – dice Cristian Invernizzi -. Tra un po’ sicuramente qualcuno lancerà l’allarme di fascismo. In Calabria per i nostri rivali è quello di fermare l’avanzata delle destre, per noi invece fermare chi ha ridotto la Calabria in questo stato». Al centro la legalità. Di questo ne è convinto Franco Talarico, segretario Udc. «Visto quello che è successo – spiega l’esponente dello scudo crociato – sapere che la nostra candidata è vice-presidente della commissione nazionale antimafia è una garanzia di legalità sulle quali non possiamo essere indifferenti. Oliverio ci lascia con i proclami di fondi europei che arrivano nella nostra regione ma con gli indici che sono tra i più negativi di sempre».
LE SCUSE PER IL SENATÙR «Umberto Bossi rappresenta il passato del nostro partito, il presente e Matteo Salvini». Cristian Invernizzi sull’uscita dell’ex leader del “Carroccio” di aiutare i meridionali al sud ha le idee chiare. «Non sono parole condivisibili – aggiunge -. Le battaglie per la Lega in Calabria le faranno i calabresi. Mi hanno detto che mi sarei dovuto scusare delle parole che ha detto Umberto Bossi ma non ne capisco il motivo, provo della simpatia, nulla di più ormai la linea del partito è cambiata e sappiamo tutti che la detta Matteo Salvini».

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