Ven. Apr 26th, 2024

Calabria, oggi. L’anziano boss della ‘ndrangheta Don Minu La Piana (Adriano Chiaramida) negozia l’acquisto di una colossale partita di eroina con il cartello messicano dei Leyra. Il carico dovrà essere trasportato a Gioia Tauro dalla compagnia navale gestita dai Lynwood, un’insospettabile famiglia americana composta dal patriarca Edward (Gabriel Byrne) e i figli Emma (Andrea Riseborough) e Chris (Dane DeHaan). La narrazione è quindi compartimentata su tre continenti tra gli attori della filiera della cocaina. Questo perfetto asse commerciale però sarà messo in pericolo nel momento in cui qualcuno avrà interesse a che la cocaina non raggiunga la Calabria…

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ZeroZeroZero: le nostre impressioni

Dane William DeHaan in Zerozerozero

Dopo aver plasmato la moderna serialità crime italiana con Gomorra – La Serie, Cattleya e Sky attingono nuovamente da Roberto Saviano per alzare l’asticella delle produzioni televisive europee. Questo nuovo progetto, sviluppato con Amazon Studios e Studiocanal, drammatizza il fenomeno del business globalizzato della cocaina. L’azione, infatti, segue i diversi player sull’asse Calabria-Messico-Usa, con accadimenti distanti ma interconnessi, come in Babel di Iñarritu. Il risultato di altissimo livello è frutto di un team creativo composto da Stefano Sollima (che si conferma un’autorità del crime internazionale dopo Romanzo Criminale – La Serie Gomorra – La Serie) assieme altri autori di Gomorra quali Leonardo FasoliStefano Bises e Maddalena Ravagli, oltre a Max Hurwitz (Manhunt: Unabomber) e Mauricio Katz (Maniac). Sollima dirige questi due episodi, in modo da imprimere una precisa linea estetica e drammaturgia, esprimendo una dimestichezza con il narco-universo già apprezzata in Soldado. Gli altri episodi sono affidati ad altri registi affermati quali Janus Metz (Borg vs. McEnroe) e Pablo Trapero (El Clan). Il testo di Saviano funge da vademecum per impostare un’arena e dei personaggi credibili all’interno di questo universo criminale intercontinentale e apolide. Ne risulta un’accurata descrizione della filiera della cocaina, capace di collegare universi apparentemente non comunicanti. Ed è proprio rispetto alle peculiarità dei tre diversi nuclei narrativi che sorgono le maggiori riserve sull’incipit di ZeroZeroZero. Ci si riferisce ai personaggi più esposti alle pressioni della criminalità, ossia l’altolocata famiglia Lynwood. Infatti, pur avendo il compito di fornire una copertura credibile ai trasporti via mare, non hanno psicologie compatibili con una lunga appartenenza al business. Nonostante sembrano aver concluso diversi accordi con la mafia, danno la sensazione di essere pesci rossi nella vasca delle murene. A maggior ragione sembrano fuoriluogo certe frasi ridondanti sul business della cocaina messe in bocca a Byrne.

Una scena di Zerozerozero

Quando invece si tratta di raccontare la criminalità meno “altolocata”, la musica cambia decisamente. Sollima, infatti, si conferma uno dei massimi artigiani nel maneggiare un racconto per immagini adulto e muscolare. Seppur molto derivative, sono impressionanti le sequenze messicane che vedono protagonista l’ambiguo agente speciale Manuel “Vampiro” Contreras (Harold Torres). Funziona, inoltre, la costruzione grafica dell’ineffabile ‘ndrangheta nelle asperità della Calabria. Si tratta di un territorio “vergine” dal punto di vista della serialità mainstream e funziona l’immagine che ne viene fornita. La ‘ndrangheta viene correttamente presentata come società dalle due anime, una da pastorizia arcaica, l’altra da efficientissima organizzazione intercontinentale. L’equilibrio si romperà nel momento quando il suo volto più giovane e feroce vorrà prevalere su quella più paziente e antico. L’effetto dell’incidente scatenante di scena in Calabria dimostra, inoltre, come in ZeroZeroZero la politica economica della cocaina si faccia in Aspromonte più ch nelle ville dei caudillos dei cartelli.

Giulio Mantia – https://www.intrattenimento.eu/recensioni/zerozerozero/

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