Sab. Apr 27th, 2024

Il messaggio del Capo dello Stato: «Fare memoriaè opera preziosa di civiltà»

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Ore 17 del 22 luglio 2020: le campane di tutte le chiese cittadine suonano per dieci minuti l’Ave Maria di Lourdes. La città si ferma in memoria delle sei vittime dell’attentato terroristico-mafioso che cinquant’anni fa alla stessa ora provocò il deragliamento del rapido Palermo-Torino, meglio conosciuto come “Treno del sole”.

È la prima volta, da allora, che si ricorda come di dovere la cosiddetta “strage di Gioia Tauro”, a lungo dimenticata. Per la quale nessuno ha mai pagato. Erano i giorni caldi, quelli del luglio del ’70, della rivolta per Reggio capoluogo, una sommossa di popolo che la destra eversiva e la ‘ndrangheta cercarono di strumentalizzare.

La due giorni di iniziative organizzata dall’amministrazione Alessio, anche su input e condivisione dei parlamentari M5S Sapia, Granato, D’Ippolito e Parentela, è culminata con l’ossequio civile e religioso alle vittime nello spazio prospiciente il primo binario della stazione dove il sindaco e il Prefetto di Reggio, Massimo Mariani, hanno svelato una targa commemorativa in marmo realizzata e donata gratuitamente dall’imprenditore gioiese Caccamo e deposto una corona di alloro.

Il vescovo mons. Francesco Milito ha quindi officiato un momento di ricordo e di preghiera.

«Oggi siamo qui – ha esordito il sindaco Alessio – per sanare una ferita, visto che in cinquant’anni nessuna Amministrazione ha ritenuto opportuno commemorare un avvenimento così tragico. Gli anni ’70 sono stati anni di grandi rivolte sociali ma anche di una reazione neofascista che usava le bombe anziché il dialogo».

Il deputato D’Ippolito ha portato i saluti del presidente della Camera, Roberto Fico: «Dobbiamo proseguire su questa strada – ha evidenziato – non dimenticando che il futuro si costruisce dal ricordo vivo del passato e dalla piena consapevolezza del valore della democrazia».

Infine, il Prefetto Mariani: «Oggi – ha rimarcato – sono due le parole chiave: memoria e Costituzione, connubio inscindibile. Memoria perché non dimentichiamo le vittime di quella tragica stagione che ha visto cadere tanti cittadini inermi e tanti servitori dello Stato, ma questo Paese ha ampiamente dimostrato in quegli anni così difficili di saper resistere all’urto con le armi della Costituzione e della legge».

E un invito alla memoria è arrivato anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «È opera preziosa di civiltà – ha ricordato il Capo dello Stato – e richiama tutti a un gravoso e irrinunciabile esercizio di responsabilità».

Domenico Latino (Gazzetta del sud)

SERVIZIO DI GRAZIANO TOMARCHIO

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