Mer. Mag 1st, 2024

“Per 10 anni consecutivi avrei dovuto percepire per legge un’indennità di funzione di Sindaco netta di circa 2.000 euro mensili.
Ho scelto di ridurre questa indennità di circa il 35%, rinunciando a oltre 600 euro al mese.
In proporzione tutti gli assessori delle Giunte da me presiedute, hanno rinunciato pro quota al 35% dei rispettivi emolumenti pari a circa 300 euro a testa.
Facendo due conti, personalmente ho rinunciato a 72.000 euro in 10 anni, e se consideriamo le indennità di tutta la Giunta il risparmio totale è stato di oltre 250.000 euro!
E non si può dire che non abbiamo lavorato, sempre in trincea per tutelare gli interessi della città.
Dal 2013 questi soldi autorisparmiati hanno alimentato un fondo, il fondo che finanzia a Polistena l’assegno di sopravvivenza per i giovani di famiglie disoccupate tra i 18 e i 29 anni.
Polistena è un piccolo comune della Calabria e la mia è una semplice Amministrazione Comunale che si spende al servizio del suo popolo e del territorio. Ma per etica pubblica facciamo scuola e possiamo solo essere da esempio per una certa specie di politica.
Siamo andati ben oltre una previsione di legge, rendendo molto di più che “morale” ovvero “socialmente utile” un‘azione simbolica e dimostrativa che al di là della propaganda mediatica è un’iniziativa politicamente fortissima.
Non so se altri avrebbero agito allo stesso modo.
Ed infatti un manipolo di deputati che a prender poco, percepisce oltre 10.000 euro al mese a testa più altre prebende e privilegi, seguito a ruota sui territori anche da onorevoli regionali, non ha provato vergogna a chiedere il rimborso di 600 euro messo a disposizione per i titolari di partita iva durante il lockdown.
Mi chiedo, il primo errore è dello stesso (intero) Parlamento e prima di lui ancora del Governo che avrebbe dovuto vietare la possibilità di accedere ad una roba del genere.
È questa un’azione spregevole, come lo è per tutti coloro che pur non avendo bisogno hanno finto di essere in difficoltà per ottenere buoni spesa o altre prebende.
Il gesto dei (cinque?) deputati è una incredibile offesa per chi non ha nulla o chi ha perso il lavoro o chi ancora soffre le conseguenze della crisi economica da Covid.
Non sono i 600 euro il problema e nemmeno il fatto che il rimborso sarebbe stato “legalmente” percepito.
Il punto vero è l’arroganza del potere nei palazzi più alti che non genera più alcun pudore, alcuno scrupolo di coscienza legato al ruolo pubblico.
Un delirio di onnipotenza che rende impunito qualunque gesto e qualunque azione posta in essere dai detentori del potere spesso accompagnata dal vagabondaggio di chi dovrebbe presidiare il parlamento lavorando ogni giorno per gli italiani ed invece è il più assenteista di tutti.
Non è questa la politica che ho conosciuto.
Ma è l’ennesima prova che in politica non siamo tutti uguali.

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