Al centro dell’inchiesta la rimozione di Luca Mannarino dalla carica di presidente della Fincalabra. Mario Oliverio affronterà il processo.
Accogliendo la richiesta del pm Graziella Viscomi e dell’avvocato Sabrina Mannarino, difensore di Luca Mannarino, il gup di Catanzaro ha rinviato a giudizio l’ex presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio. Nell’udienza, svoltasi lo scorso 19 novembre 2020, Mannarino si è anche costituito parte civile contro Oliverio che dovrà comparire innanzi al tribunale collegiale di Catanzaro per rispondere di abuso di ufficio. La prima udienza dibattimentale è fissata per il 15 settembre 2021.
Dall’archiviazione all’imputazione coatta: le fasi dell’inchiesta
Si arriva, quindi, al totale capovolgimento di una lunga ed articolata vicenda giudiziaria: dalla richiesta di archiviazione di Oliverio all’imputazione coatta fino alla rimozione «illegittima» dello stesso Mannarino da Presidente della finanziaria regionale.
Secondo l’accusa, Oliverio avrebbe procurato a Mannarino un danno ingiusto, consistente nelle retribuzioni non percepite per il periodo in cui vi avrebbe avuto diritto, oltre al danno curriculare. Pregiudizio, afferma la pubblica accusa, da considerarsi ingiusto poiché la rimozione era attuata col deliberato scopo di perseguire quelle finalità privatistiche che collocano l’esercizio della funzione in violazione dei criteri di imparzialità e di buon andamento dell’attività amministrativa, nella specie con la specifica volontà di rimuovere in soggetto sgradito.
Lo scontro Oliverio-Mannarino: ecco quando inizia
I fatti risalgono al 2014 quando, a seguito di partecipazione alla selezione pubblica per titoli, Mannarino è stato nominato Presidente del CDA di Fincalabra Spa, per tre esercizi e con scadenza alla data dell’Assemblea, convocata per l’approvazione del bilancio relativa al terzo esercizio della carica.
All’esito della nomina a presidente della Regione Calabria di Oliverio veniva attivata la procedura di spoil system e Mannarino veniva dichiarato decaduto dalla carica ricoperta. Mannarino presentava, quindi, immediato ricorso al TAR che, sollevata la questione di legittimità costituzionale, rimetteva gli atti alla Consulta e, previa sospensione del provvedimento della Regione Calabria, reintegrava di fatto Mannarino nelle funzioni di presidente del CDA di Fincalabra. Una decisione, quest’ultima, che veniva confermata anche dal Consiglio di Stato che rigettava l’appello presentato dalla Regione Calabria.
Nonostante ciò, a novembre del 2015, Mannarino si vedeva recapitare una lettera a firma Oliverio con la quale lo si metteva al corrente della sua rimozione dalla carica di Presidente e componente del CDA (che si sarebbe maturata solo alla fine del triennio), con successiva nomina in sua vece di Carmelo Salvino, sulla base di una interpretazione dello Statuto regionale, confermata come assolutamente distonica rispetto al dettato normativo e forzata.
SERVIZIO DI NICODEMO BARILLARO
Continua dopo la pubblicità...