Ven. Apr 26th, 2024

Sulla carta di identità per i minori di 14 anni o sui moduli di iscrizione a scuola dei bambini si torna a “genitore 1″ e “genitore 2”, dicitura che già da tempo aveva sostituito il vecchio “madre” e “padre” e che due anni fa l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva invece recuperato. A dar notizia del cambiamento è stata, agli inizi del nuovo anno, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese al question time alla Camera.

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Una decisione che ha scatenato non poche polemiche e sulla quale ritorna oggi, attraverso una nota stampa, il gruppo Lega Giovani Calabria.Viviamo ormai in una società in cui le tradizioni e la storia spesso vengono assoggettati a decadenza e vecchiume, mettendo da parte la storicità e l’importanza degli usi e dei costumi. La strada da percorrere la conosciamo; una società futurista ma non futuribile, in alcuni casi grottesca. Cosa c’è di “vecchio” e di “patriarcale” nel chiamare la propria madre “mamma” e il proprio padre “papà” ? E poi perché sostituirli con dei numeri? Se si discute su chi venga prima come ci si metterà d’accordo quando le giovani coppie o i dipendenti degli uffici anagrafici dovranno scegliere chi mettere come “genitore 1” e chi “genitore 2”? Già lo immaginiamo con la biblica frase :” Così tirarono a sorte “.E poi quali sarebbero le prime parole pronunciate dai bambini? E se un bambino dicesse prima 2 e poi 1? Chi decide?
Per questo motivo oggi 19 Marzo La Lega Giovani Calabria fa gli auguri a tutti i papà. E non a 2 o 1. Ma ai nostri padri, ai padri che non vedono i figli , ai figli che non vedono i padri, tenuti lontani da misure e insicurezze, e poi a tutti quei figli non hanno potuto per l’ultima volta dare un abbraccio ai propri eroi , a coloro che purtroppo non ce l’hanno fatta. Abbiamo ricordato ieri le vittime che questa pandemia ha strappato ai propri cari, concittadini che non sono dei numeri, che non sono numero 1 o numero 2, ma vite, storie, famiglie distrutte.
La Lega Giovani Calabria esprime vicinanza a tutti coloro i quali hanno perso il proprio papà, o il compagno di vita. Insieme a voi non ci dimenticheremo mai chi sono, e pregheremo insieme a tutti affinché ci guardino da lassù e orgogliosamente possano dire “quello è mia figlia” o “quello è mio figlio”.

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