Dom. Apr 28th, 2024

Reggio Calabria, il nuovo Arcivescovo Morrone ricevuto a Palazzo Alvaro incontra le autorità civili, politiche e militari presso la sala “Monsignor Giovanni Ferro” di Palazzo Alvaro

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Un momento di viva emozione ha coinvolto i presenti in quella che è stata la prima uscita pubblica dell’arcivescovo eletto della Chiesa reggina bovese sul territorio diocesano, subito dopo essersi recato per un atto di affidamento alla Madonna della Consolazione presso il Santuario dell’Eremo.

Ad accogliere il presule crotonese sono stati il Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, e il sindaco metropolitano, Giuseppe Falcomatà. Il Prefetto nel porgere il saluto, a nome del Governo, al nuovo arcivescovo ha detto che «». Mariani ha proseguito dicendo: «La nostra è una missione, il nostro compito è aiutare la gente reggina a superare le difficoltà di ogni giorno, ad affrancarsi dalle tante tare che ci portiamo dietro».

Alle parole del Prefetto si sono unite quelle del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà: «diamo il benvenuto con tanto affetto e tanta partecipazione a sua eccellenza Fortunato Morrone. Un saluto filiale e affettuoso non solo istituzionale, da parte di tutti la città metropolitana di Reggio Calabria». Il primo cittadino, poi, si è soffermato sulla storia di una comunità «che nei segoli si è aggrappato alla sua guida spirituale per affrontare le difficoltà, ma anche per affrontare i momenti di crescita del territorio. C’è stato sempre un legame di fiducia tra la città e il suo vescovo».

Una volta ascoltati i saluti istituzionali a lui indirizzati, l’arcivescovo eletto di Reggio Calabria – Bova, monsignor Fortunato Morrone, ha detto ai presenti: «Vi chiedo di collaborare per recuperare e promuovere insieme, anzitutto il senso civico della nostra comune convivenza partendo dai nostri ragazzi, dalle nostre ragazze. Credo che impegnare energie e competenze nel campo educativo, appassionandoli al costruttivo protagonismo socio-politico e scommettendo sulla loro fresca creatività, è garanzia di futuro e crescita dell’intera comunità civile». L’arcivescovo ha continuato il suo discorso sottolineando che «contro ogni disaffezione alla cosa pubblica e da una generalizzata rassegnazione che frusta tante forze positive, nella consapevolezza che la laicità e l’autonomia della politica è valore costitutivo e costruttivo del vivere sociale, e interpretando il sentire di molti, mi permetto desiderare che l’esercizio politico sia di alto profilo e di ampio respiro». Infine, in conclusione, Morrone congedandosi dalle Autorità radunate a Palazzo Alvaro ha dichiarato: «Insieme, stimandoci vicendevolmente, facciamo rinascere la speranza»

Subito dopo la fine dell’incontro istituzionale a Palazzo Alvaro, l’arcivescovo Morrone si è recato presso la Basilica Cattedrale di Reggio Calabria per la celebrazione della presa di possesso canonico dell’arcidiocesi di Reggio-Bova.

Di seguito il testo integrale dell’intervento di monsignor Fortunato Morrone alle Autorità civili, politiche e militari di Reggio Calabria:

“Grazie di cuore, signor Prefetto Massimo Mariani, signor Sindaco Giuseppe Falcomatà, per le parole di sentito benvenuto rivolte a me e per la mia persona a tutta la Chiesa di Reggio Calabria – Bova. Grazie per tutto quello che avete fatto fin qui per questa complessa e splendida città metropolitana e per tutto il territorio in cui è presente la nostra Arcidiocesi”.

“Ho chiara consapevolezza di essere stato chiamato come vescovo in un lembo di Calabria dall’antica e profonda cultura, abitata da persone accoglienti e generose, giustamente orgogliose per la ricca tradizione storica di cui sono depositarie. Nelle vostre persone saluto tutti gli abitanti di questo territorio, specialmente coloro che per vari motivi soffrono di marginalità sociale, economica e culturale, ma anche coloro che, singolarmente o in forma associativa, impegnano le proprie energie creative e solidali per rendere più umano il volto di questa nostra città e più godibile la convivenza sociale”.

“Il bene disinteressato aggiunto all’esercizio del vostro dovere istituzionale e professionale, signor Sindaco, signor Prefetto, è benedizione per tutti, ma ritorna a beneficio per ciascuno di voi come valore aggiunto alle vostre chiare competenze”.

“Nei giorni passati mi sono imbattuto in un passaggio di un discorso che don Luigi Sturzo nel 1957 rivolse al Senato della Repubblica che mi pare significativo in questo momento particolarmente impegnativo del nostro paese, bisognoso anche a livello istituzionale e sociale di punti di riferimento chiari”.

«La Costituzione – dice Strurzo – è il fondamento della Repubblica. Se cade dal cuore del popolo, se non è rispettata dalle autorità politiche, se non è difesa dal governo e dal Parlamento, se è manomessa dai partiti, verrà a mancare il terreno sodo sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni e ancorate le nostre libertà». (Luigi Sturzo, in un discorso al Senato della Repubblica, 27 giugno 1957).

“Non occorre alcun commento. Alla luce di questa limpida visione politica, vi chiedo di collaborare per recuperare e promuovere insieme, anzitutto il senso civico della nostra comune convivenza partendo dai nostri ragazzi, dalle nostre ragazze. Credo che impegnare energie e competenze nel campo educativo, appassionandoli al costruttivo protagonismo socio-politico e scommettendo sulla loro fresca creatività, è garanzia di futuro e crescita dell’intera comunità civile, qui a Reggio”.

“Collaboriamo, allora, a coltivare e promuovere insieme l’umano di ogni donna e uomo, piccoli e grandi, cittadini di questa provincia e cittadini di altri paesi che già hanno bussato al grande cuore accogliente di questa città per trovare casa, riconoscibilità e dignità per il semplice e indiscutibile fatto che sono esseri umani, come me, come ciascuno di noi”.

“Lavoriamo insieme per il bene di tutti nella chiara e rispettosa distinzione delle rispettive responsabilità e competenze istituzionali. Il dialogo che da parte mia sento necessario con ciascuno di voi, unito all’ascolto attento delle vostre urgenze e competenze ma permettetemi, soprattutto quelle che spero quanto prima mi saranno espresse dai sindaci di questo territorio, è semplicemente per me tradurre nel nostro rapporto istituzionale il senso della sussidiarietà e della solidarietà, capisaldi della dottrina sociale della chiesa, ma presenti, regolati e garantiti come voi ben sapete dalla nostra Costituzione”.

“A ciascuno di noi sta a cuore, infatti, offrire giuste e essenziali condizioni per permettere ai singoli cittadini e alla ricca presenza di associazioni nel nostro territorio e nella nostra città metropolitana di esprimere al meglio e liberamente le loro attività socio-culturali per il bene di tutti, perché nessuno si senta straniero, piuttosto si ritrovi come a casa sua”.

“Prendendo spunto dalla sollecitazione che papa Francesco ha rivolto alle chiese in Italia di assumere uno stile di sinodo permanente, desidero sognare con voi un comune e costruttivo cammino nel reciproco ascolto delle istanze e delle provocazioni, a volte accorate, puntuali e concrete, che ci vengono dalla gente”.

“Contro ogni disaffezione alla cosa pubblica e da una generalizzata rassegnazione che frusta tante forze positive, nella consapevolezza che la laicità e l’autonomia della politica è valore costitutivo e costruttivo del vivere sociale, e interpretando il sentire di molti, mi permetto desiderare che l’esercizio politico sia di alto profilo e di ampio respiro (..ci sono stati maestri cui attingere- e cfr. Fratelli Tutti)”.

“E tuttavia facendo appello e valorizzando tutte le belle energie competenze e risorse umane di cui nostro il territorio è veramente ricco, mi permetto di sognare con voi e con i sindaci e con tutte le istituzioni che voi rappresentate, l’avvio di un comune percorso per diventare insieme a tutti i cittadini protagonisti di un “nuovo umanesimo” (cfr. papa Francesco a Firenze 2015) e che faccia del nostro territorio un polo trainante di rinascita e di rinnovamento sociale, sanitario, economico, culturale e ludico per tutta la Calabria. Sto esagerando?

Insieme, stimandoci vicendevolmente, facciamo rinascere la speranza!

Grazie!”.

Il benvenuto della città al nuovo Arcivescovo, Monsignor Morrone

Cerimonia solenne a Palazzo “Corrado Alvaro” alla presenza delle massime autorità, Falcomatà: “Reggio ha da sempre un legame indissolubile con il suo Pastore”

La Città di Reggio Calabria ha accolto l’Arcivescovo Monsignor Fortunato Morrone nel giorno del suo insediamento alla guida della chiesa reggina. Nel corso di una sobria ed emozionante cerimonia istituzionale ospitata nella sala “Monsignor Ferro” di Palazzo “Corrado Alvaro”, sede della Città Metropolitana di Reggio Calabria, le massime autorità cittadine hanno reso il loro saluto al nuovo pastore dell’arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova. Un evento solenne che ha registrato la presenza, accanto al Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, del Prefetto della Città, Massimo Mariani e delle altre autorità civili e militari del territorio.

Nel dare il benvenuto a Palazzo “Corrado Alvaro” a nome della città e di tutto il territorio metropolitano a sua eccellenza, monsignor Fortunato Morrone, il Sindaco Falcomatà ha ricordato che Reggio Calabria nella sua storia “si è sempre aggrappata alla sua guida e al suo padre spirituale, specie nei momenti più difficili per superare le difficoltà ma anche per vivere al meglio i momenti di crescita. Per noi è importante continuare su questa strada – ha evidenziato il Sindaco Falcomatà – nel segno del dialogo e della condivisione. E siamo convinti che così sarà, come evidenzia anche il simbolo scelto da monsignor Morrone, con l’azzurro che richiama il nostro mare e che per noi è motivo di grande orgoglio. Un mare sempre collegato a tutte le vicende dell’evoluzione storica della nostra città. Un mare crocevia di popoli, culture, tradizioni e religioni e che fa di Reggio un posto solidale, accogliente, inclusivo che individua nella diversità un elemento di crescita e di ricchezza. Un mare che ci ha uniti anche nelle tragedie, dal 1908 a quelle più recenti. Nel 2016 l’emergenza emigrazioni ha restituito alla città le anime di 50 migranti provenienti dalle rotte del Nord Africa. Un evento tragico – ha ricordato Falcomatà – in cui Reggio ha trovato un’ulteriore spinta verso l’impegno solidale che ha portato la nostra comunità a dare a quelle persone una degna sepoltura nel cimitero di Armo che la chiesa reggina ha riqualificato. La nostra città da qui ai prossimi mesi – ha poi concluso il Sindaco – si appresta a vivere una fase di grandi trasformazioni e di profondi cambiamenti sui fronti della pianificazione e progettazione dello sviluppo urbanistico, economico, culturale e sociale. E poter condividere questo nuovo cammino al fianco della chiesa reggina è motivo di grande conforto e di rinnovato entusiasmo”.

Dialogo, speranza e un richiamo al pensiero di don Luigi Sturzo gli elementi che hanno caratterizzato il saluto di monsignor Morrone che ha espresso la volontà di “cooperare insieme a tutte le espressioni del territorio, per il bene della comunità. Anche immaginando Reggio come un polo che riesce ad attrarre energie positive da tutto il territorio calabrese. Dobbiamo dimostrare di essere all’altezza della situazione e la rinascita della Calabria può partire proprio da qui. E’ la luce che svela le ombre e quindi la bellezza che ci circonda. Lasciamoci condurre dalla luce che abita la vita di ogni persona perché da soli non si va da nessuna parte. Reggio sia faro di luce per tutta la Calabria”. La Costituzione è il fondamento della Repubblica, ha inoltre messo in evidenza monsignor Morrone richiamando don Sturzo, “alla cui limpida visione politica e sociale occorre oggi ispirarsi, in particolare per orientare al meglio la nostra azione  educativa, la promozione, specie trai più giovani, del senso civico e della comune convivenza, impegnando energie e competenze nel campo educativo e rilanciando il protagonismo sociopolitico, scommettendo sulla fresca creatività giovanile quale garanzia di futuro”.

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