Sab. Apr 27th, 2024

di Raffaella Silvestro

Continua dopo la pubblicità...


IonicaClima
amaCalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

Il Centro di Assistenza e formazione cristiana Emmaus, conosciuto nella
Locride per la sua Casa Famiglia per minori “Arca della Salvezza” ha organizzato con il patrocinio del
comune di Roccella Jonica presso la bellissima sala del Convento dei Minimi di Roccella Jonica, una
conferenza avente come tema l’affido familiare.
Il direttore del Centro Emmaus Gerhard Bantel avvia la conferenza affermando come l’istituto dell’affido
familiare sia da sempre fondamentale, ma ancora troppo poco diffuso e praticato sul nostro territorio; lo
dimostra il fatto che ad oggi non ci sia un numero elevato di famiglie affidatarie, disposte a sperimentare
tale iniziativa.
L’assessore alle Politiche Sociali di Roccella Jonica Alessandra Cianflone, nella fase dei saluti istituzionali, ha
dichiarato e confermato l’adesione del Comune nel promuovere un tema così importante sottolineando
l’importanza di sensibilizzare il più possibile la comunità roccellese e no, rispetto al tema dell’affido
familiare.
L’avvocato Maria Calogero, tutore e curatore presso il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, ha
strutturato il proprio intervento a partire dalla definizione dell’istituto dell’affido familiare e le varie
tipologie esistenti: consensuale o giudiziale, affidamento intrafamiliare e affidamento etero familiare,
affidamento residenziale, diurno o semiresidenziale e a tempo parziale. Conclude evidenziando come
l’affido sia manifestazione d’amore, certamente impegnativo, ma gratificante in quanto è un percorso di
crescita e di sviluppo per il minore e di cambiamento per gli affidatari.
La Dottoressa Sonia Bruzzese ex dirigente ATS di Caulonia, attualmente assistente sociale presso il comune
di Palmi, sottolinea l’importanza da parte dei servizi sociali di sostenere la famiglia affidataria, non
abbandonandola, ma supportandola in tutte le fasi. Afferma i limiti dei servizi, e la consapevolezza che in
taluni casi non si riesce a raggiungere l’obbiettivo primario, cioè il rientro del minore nel proprio nucleo
familiare, ma è in queste situazioni che grazie all’istituto dell’affido è possibile permettere al minore di
crescere in un’altra famiglia come definito dalla legge 184/1983.
Gerhard Bantel, insieme a sua moglie Annalisa Kulling sono la coppia genitoriale della Casa Famiglia del
Centro Emmaus, e durante l’intervento approfondisce il ruolo delle Casa Famiglia: è importante realizzare
nella comunità un vero ambiente familiare, dove i minori abbiano la possibilità di sviluppare nuove
competenze ed abilità e crescere serenamente. Il lavoro di equipe e il confronto che mette sempre al
centro gli interessi del minore è elemento essenziale per il buon andamento della Casa Famiglia.
Pina Giuliana Filocamo, assistente sociale della cooperativa sociale “Arca della Salvezza” e dell’ATS di
Caulonia, afferma che ciò che l’affido nasce da un gesto d’amore, che crea relazioni reciproche e di
scambio tra minore e Famiglia affidataria. È un dare e recidere da entrambi le parti; talvolta i primi sguardi
tra il minore e la sua futura famiglia affidataria sono il segnale di una buona riuscita dell’affido.
Infine, prendono parola alcune famiglie affidatarie: sostengono che l’affido è un percorso complesso, è
fondamentale avere grande cuore e si è sempre ricompensati dal grande affetto dei minori e invitano le
famiglie presenti ad intraprendere questo stupendo percorso.
Lo scopo della conferenza è stato far conoscere ai partecipanti il mondo dell’affido familiare, approfondendo
ogni sua sfaccettatura e cercando di avvicinare più persone possibili.

Print Friendly, PDF & Email