Ven. Mag 3rd, 2024

Nei prossimi dieci anni al Sud oltre duecento miliardi di euro

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“Ritengo che le Istituzioni, ora ancor di più, abbiano il dovere di inviare un chiaro segnale ai propri cittadini: da questo terribile momento della Storia germinerà la rinascita del nostro Paese. E’ questo il compito del Next Generation EU e del PNRR, la sua declinazione italiana”. Lo afferma la sottosegretaria per il Sud e la coesione territoriale, Dalila Nesci, nel saluto istituzionale inviato all’assemblea elettiva della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa di Reggio Calabria. “Questo formidabile piano di ripresa – aggiunge Nesci – ha come finalità il rilancio del Sistema-Paese, attraverso il finanziamento di una serie di iniziative progettuali ed investimenti per il raggiungimento di risultati tangibili e significativi che coprono tutte le dimensioni di sviluppo locale a partire dalla Digitalizzazione e dagli interventi in tema di risposta ai cambiamenti climatici, per i quali sono investite rispettivamente il 27% e il 37,5% delle risorse del Piano, fino al sociale, alla formazione, all’istruzione, al lavoro. Da donne e uomini del Sud, poi, dobbiamo essere consapevoli che ciò rappresenta una rara occasione per il rilancio del Mezzogiorno, per la ripresa del processo di convergenza con le aree più sviluppate del Paese. In quest’ottica il PNRR non deve essere letto da solo ma unitamente a tutti gli strumenti delle politiche di coesione nazionali e comunitarie attivate: un ammontare di risorse finanziarie che solo per il Sud – tra Fondi strutturali 2021-2027, REACT EU, Fondo Sviluppo e Coesione, e risorse nazionali per interventi strategici – supera i 120 miliardi di Euro. In aggiunta ed in complementarietà con tali risorse finanziarie, il Piano investirà non meno del 40% delle risorse territorializzabili – pari a circa 82 miliardi – nelle otto regioni del Mezzogiorno, a fronte del 34% previsto dalla legge per gli investimenti ordinari destinati su tutto il territorio nazionale. A ciò si aggiunga che, nella suddetta quota PNRR del 40% destinata al Sud, non vengono annoverate le cosiddette “azioni di sistema” che, comunque, avranno una ricaduta positiva su tutto il territorio nazionale e dunque anche nel Mezzogiorno, come ad esempio gli interventi del superbonus o gli incentivi della Transizione 4.0. Nei prossimi dieci anni, pertanto, verranno allocati al Sud oltre 200 miliardi di Euro, un intervento unico nella storia unitaria del Paese. E’ un’occasione che da meridionali, e da calabresi, non possiamo mancare. Basti pensare, a titolo meramente esemplificativo, alle risorse complessivamente destinate fino al 2030 per la realizzazione di progetti ferroviari nella Regione Calabria che ammontano a più di 15 miliardi e, in particolare, all’AV/AC Salerno Reggio Calabria e al potenziamento della linea Ionica. Si pensi, altresì, alle risorse che il PNRR destina al rafforzamento delle Zone Economiche Speciali, inclusa la ZES Calabria, al fine di rendere questo strumento un catalizzatore di investimenti, un volano di rilancio economico e sociale per il Sud. Si tratta in totale di 630 milioni di euro, previsti nell’ambito della Missione 5, Componente 3, del PNRR, cui si aggiungono 1.2 miliardi di euro che lo stesso PNRR – in particolare nella Missione 3, Componente 2 – riserva a interventi sui principali porti del Mezzogiorno”. “E’ poi necessario sottolineare – dice ancora nel messaggio il sottosegretario Nesci – che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non è soltanto un programma di spesa ma di performance e quindi finalizzato al raggiungimento di obiettivi. Uno strumento nazionale grazie al quale il Mezzogiorno beneficerà di risorse ingenti ma anche di riforme come lo snellimento dei processi amministrativi, la semplificazione delle regole, la deburocratizzazione. Quando nel 2030 ci guarderemo indietro non potremo avanzare la scusa che le risorse non erano sufficienti. Ogni livello decisionale, da quello centrale a quello regionale, dalla singola amministrazione comunale alle associazioni di categoria, sarà chiamato in questi dieci anni a collaborare ad uno sforzo comune: assumersi le proprie responsabilità per risollevare insieme il Paese. Ciò varrà ancor più qui, all’estremo Sud della Penisola, dove avremo la possibilità di relegare alla Storia quella che ancora oggi, al Nord, qualcuno chiama la ‘Questione Meridionale'”.

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