Dom. Apr 28th, 2024
Storari si è sempre difeso

dall’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio su quei verbali

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di Piero Amara, consegnati a Davigo, sostenendo che dai vertici

della Procura milanese era arrivato uno stop all’avvio delle

indagini sulle parole dell’ex legale esterno di Eni sulla

presunta ‘Loggia Ungheria’ (che potevano presentare anche

profili di calunnia).

“Questa indagine deve rimanere ferma due anni”, avrebbe detto

il procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale, tramite la

collega, pure lei aggiunto, Laura Pedio, a Storari, stando ai

verbali dell’inchiesta bresciana. “Pedio e Greco (l’ex

procuratore di Milano andato in pensione il 13 novembre, ndr)

forse soprattutto Pedio … sono attenti a selezionare e a

trasmettere a De Pasquale quello che gli serve nel processo

Eni-Nigeria e a non trasmettere quel che lo danneggia”. De

Pasquale, infatti, avrebbe voluto portare Amara come testimone

nel processo Eni-Nigeria (finito con 15 assoluzioni) su presunte

“interferenze” delle difese Eni sul presidente del collegio

Marco Tremolada, ma i giudici non accolsero quella testimonianza

‘al buio’ e i magistrati bresciani archiviarono l’inchiesta su

quelle dichiarazioni di Amara che gettava ombre sui giudici.

“Io per De Pasquale sono sempre stato un soggetto da tenere

alla larga su questa vicenda – ha messo a verbale Storari –

perché più volte… in più occasioni … in colloqui orali …

ma sarà successo 15 o 20 volte… diceva che io gli rovinavo il

processo”.

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