Gio. Mag 2nd, 2024

 Tre assessori (uno organico al partito e due di “area”) a Forza Italia, due a Fratelli d’Italia e uno alla Lega, che però avrà anche la presidenza del Consiglio regionale. La Giunta nominata ieri sera dal neo presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, di Forza Italia, ha un’evidente impronta politica, anche se il governatore si è riservato di ufficializzare l’ultimo assessore mancante, che sarà un profilo squisitamente tecnico. 

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Secondo gli analisti politici, il varo dell’esecutivo presenta numerosi elementi di novità rispetto alle aspettative generali: alla vigilia della competizione elettorale, l’accordo all’interno del centrodestra prevedeva la vicepresidenza della Giunta regionale in quota Lega nella figura dell’uscente governatore reggente Nino Spirlì, ma questo accordo è stato evidentemente rivisto in corso d’opera negli ultimi giorni di trattative tra Occhiuto e i leader nazionali dei partiti alleati, Matteo Salvini per la Lega, che ha optato per la rinuncia alla vicepresidenza dell’esecutivo in cambio di un assessorato e della presidenza del Consiglio regionale, e Giorgia  Meloni per Fratelli d’Italia, che ha insistito per due assessorati.

Un dato politico significativo è il fatto che, rispetto al 2020 – quando, con l’allora presidente Jole Santelli, si dovettero accontentare di un solo assessore –  Lega e Fratelli d’Italia hanno ottenuto due postazioni sia pure registrando un calo nei consensi nel voto del 3 e 4 ottobre. Su queste basi dunque si è suggellato il nuovo e definitivo assetto della Giunta Occhiuto, che vede comunque Forza Italia recitare la “parte del leone”, con tre assessori regionali più il presidente affiancato nelle trattative soprattutto dal senatore e coordinatore regionale azzurro Giuseppe Mangialavori e dal deputato e responsabile Sud di Fi, Francesco Cannizzaro: anche due dei quattro assessori esterni, la vicepresidente Giusy Princi e Rosario Varì, infatti, sono riconducibili a Forza Italia. 

Anche gli altri due assessori esterni nominati da Occhiuto, Tilde Minasi e Filippo Pietropaolo (tra l’altro capigruppo uscenti), sono esponenti di spicco dei rispettivi partiti, Lega e Fratelli d’Italia, a conferma della prevalente matrice politica delle scelte fatte da Occhiuto: in questa ottica, del resto, vanno inquadrate anche le due uniche riconferme rispetto alla Giunta Santelli, quella del forzista Gianluca Gallo e del meloniano Fausto Orsomarso, entrambi assessori interni essendo stati eletti anche come consiglieri regionali. Resta ancora da sanare il vulnus rappresentato dal mancato ingresso in Giunta di esponenti dei partiti minori della coalizione di centrodestra, segnatamente di Forza Azzurri, Coraggio Italia e Udc, ma a disposizione della coalizione, per la quadratura definitiva dei conti, ci sono ancora due postazioni nell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale e almeno sei presidenze di commissione del Consiglio regionale.

 Filippo Mancuso sarà presidente Consiglio regionale

Filippo Mancuso è l’uomo indicato dalla Lega per la carica di presidente del Consiglio regionale calabrese. Il suo nome era stato fatto stamane dal leader del partito, Matteo Salvini, che, commentando la nomina della Giunta da parte del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, aveva augurato buon lavoro all’assessore Tilde Minasi e “al presidente Mancuso”. Fonti della Lega regionale, interpellate dall’AGI, hanno confermato che il riferimento era a Filippo Mancuso.  Catanzarese, Mancuso era stato eletto nel 2020 ed è stato riconfermato nelle elezioni dello scorso ottobre, convocate anticipatamente dopo la morte prematura della presidente Jole Santelli. L’elezione di Mancuso alla presidenza dell’assemblea regionale avverrà nella seduta inaugurale, probabilmente già lunedì.

De Rose segretario particolare di Occhiuto

Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha nominato con proprio decreto, il segretario particolare della sua struttura speciale: si tratta di Luigi De Rose, esterno alla pubblica amministrazione. L’incarico di De Rose, che stipulerà un contratto di diritto privato con la Regione, durerà – secondo quanto si legge nel decreto – fino alla cessazione della carica di presidente della Giunta, salva anticipata risoluzione, revoca per sopravvenuta carenza dell’elemento fiduciario e sopravvenuta incompatibilità.

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