Dom. Apr 28th, 2024
Nicola Morra nella sede dell'Fnsi durante iniziativa per chiedere l'immediata approvazione di una legge contro querele bavaglio e minacce ai cronisti, Roma 19 Novembre 2019. ANSA/GIUSEPPE LAMI

«Quest’oggi nel cosentino – dichiara il Presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra – v’è stata una nuova operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro in collaborazione con la Questura di Cosenza, grazie anche ad una strategia investigativa avviata dalla Direzione Centrale Anticrimine, che ha portato al sequestro di beni, assetti societari e rapporti finanziari per un valore di circa 22 milioni di euro riconducibili ad un imprenditore calabrese operante nell’area dell’alto ionio cosentino, nel cassanese e nella Sibaritide ma anche con interessi nella città di Roma e zone limitrofe».

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«In questa operazione – puntualizza il Presidente dell’antimafia – si cristallizza nuovamente come la mafia sia capace di infiltrare diversi territori e settori commerciali rendendo queste operazioni ancora più importanti e necessarie per i territori coinvolti. Infatti andando a studiare le aziende sequestrate in via cautelare – spiega Morra – ci si può rendere conto che si occupavano di raccolta, stoccaggio, trasformazione e smaltimento di rifiuti, edilizia specializzata, torrefazione, trasformazione e commercializzazione, all’ingrosso e al dettaglio, di caffè e prodotti affini, supermercati, compravendita immobiliare, servizi pubblicitari e marketing, compravendita e noleggio di autovetture e veicoli in generale e da corsa, produzione di birra artigianale con somministrazione e ristorazione, costruzioni di edifici residenziali e non, trasporto di merci su strada, fino ad arrivare a fare affari con la pubblica amministrazione grazie alle “assunzione di appalti pubblici e privati per la progettazione e costruzione di opere”, fabbricazione e messa in opera di prodotti bitumosi».

«Tutti questi ambiti d’interesse in cui si sarebbe infiltrata la mafia avrebbero prodotto all’imprenditore numerosi veicoli industriali ed auto di grossa cilindrata, nonché una villa di ben 400 mq. Qualora venissero confermate tutte le accuse ed il conseguente sequestro dei beni – conclude Morra – dovranno tornare nelle mani dello Stato prima possibile ed essere restituiti ai cittadini, unici reali beneficiari del maltolto».

Ricordiamo, comunque, che il procedimento di prevenzione, volto alla verifica della sussistenza dei presupposti per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale, è ancora in corso.

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