Ven. Apr 26th, 2024

Carpeggiani:Cosenza offrì stesso contratto e lui cambiò idea

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Lo stato di salute di Donato Bergamini e gli accordi per la serie A. Sono stati questi i principali argomenti trattati in Corte d’Assise a Cosenza, al processo per il presunto omicidio dell’allora centrocampista del Cosenza Donato “Denis” Bergamini, morto il 18 novembre 1989, a 26 anni in circostanze che in un primo tempo indussero a ritenere che si fosse trattato di un suicidio e che portarono all’archiviazione dell’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari. In aula era presente anche Isabella Internò ex fidanzata di Bergamini e unica imputata. Due i testimoni che sono stati chiamati per ricostruire il periodo che Denis Bergamini ha trascorso a Cosenza nel periodo antecedente al decesso. L’udienza si è aperta con la testimonianza di Bruno Carpeggiani, procuratore di Bergamini, secondo il quale “Denis sarebbe andato sicuramente in serie A se non fosse morto”. Carpeggiani ha ricostruito quanto avvenuto nel luglio del 1989, quando Bergamini doveva firmare con il Parma un contratto triennale a partire da 150 milioni a stagione fino a 190 milioni circa. All’atto della compilazione dei documenti, però, giunsero i dirigenti del Cosenza che comunicarono la fine delle trattative e la permanenza di Denis in rossoblù. Carpeggiani sorpreso dalle dichiarazioni dello staff cosentino telefonò nuovamente a Denis che confermò il passo indietro. Secondo quanto ricostruito in aula, la squadra calabrese aveva offerto al calciatore la stessa cifra del Parma e Denis accettò di restare al Cosenza. Il secondo teste sentito è stato Enrico Costabile, medico componente dello staff sanitario del Cosenza Calcio. Secondo la testimonianza, il centrocampista si ruppe la tibia prima della gara con l’Udinese ma era “un professionista diligente – ha detto – e seguiva le nostre indicazioni. Non ha mai dato segni di abbattimento e tornò in campo prima dei tempi di recupero previsti”. Si ritorna in aula il prossimo 8 aprile.

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