Dom. Mag 5th, 2024

«Nel diritto la solidarietà non è un sentimento, ma una obbligazione. È un rapporto con più soggetti per cui la prestazione offerta da uno di essi ha effetto anche per gli altri. E in questo senso deve essere chiaro a chi ha perpetrato questa intimidazione che quei proiettili indirizzati all’ing. Lorenzo Surace sono proiettili indirizzati a tutti noi e a ognuno di noi. E che nessuno di noi, nessuno, accetterà mai che un professionista, un uomo, un padre come Lorenzo possa essere intimidito con metodi che fanno parte di una subcultura ‘ndranghetistica che quotidianamente ogni roccellese combatte facendo appieno il proprio dovere di cittadino». A sostenerlo con forza, nel corso del consiglio comunale convocato ad hoc, è stato il sindaco Vittorio Zito, commentando la grave intimidazione compiuta da ignoti malviventi nei giorni scorsi nei confronti dell’ing. Lorenzo Surace, responsabile da oltre 20 anni dell’Ufficio tecnico del Comune, cui è stata fatta trovare nella cassetta della posta una bustina di plastica con cinque proiettili per pistola.

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«Lo sappiamo – ha esclamato il sindaco Zito- che la mafia è un cancro, una zavorra, un triste peso, un limite oggettivo e ben chiaro. È una nemica mortale della nostra Calabria, perché chiude ogni speranza e taglia le ali al futuro. Schiavizza ogni rapporto, viola ogni convivenza, distrugge il nostro territorio. È di certo il giogo più pesante e grave che abbiamo sul nostro capo di calabresi. E proprio perché è in tutta la nostra comunità la consapevolezza del fatto che la mafia è in se stessa un male, più chiara e forte è stata e sarà la nostra denuncia contro di essa. Una denuncia corale, frutto di una consapevolezza comunitaria che deve essere sempre più vasta e solida sulla necessità che un fenomeno complesso come quello mafioso richiede impegno comunitario per essere arginato e sconfitto».

«Eventi come quello occorso a Surace – ha proseguito Zito – hanno una causa e sulla sua definizione è concentrata l’azione degli inquirenti. Ma a noi e non alla magistratura e agli organi deputati alle indagini, compete invece il compito di analizzare con preoccupazione le modalità della intimidazione che hanno significato e che ci dicono della volontà di imporre metodi mafiosi. Possiamo e dobbiamo attendere gli sviluppi delle indagini, ma qui, con forza, vogliamo e dobbiamo dire a chi ha compiuto questo gesto che ha offeso tutta la nostra comunità, che non viviamo sulla luna e comprendiamo che vi possa essere, in quel gesto, l’intenzione di far cambiare rotta all’azione amministrativa del nostro Comune. Con la chiarezza delle responsabilità che gravano su ognuno di noi, di noi che amministriamo Roccella, di chi serve i cittadini di Roccella con il proprio lavoro, delle madri e dei padri che qui abitano e che formano la nostra comunità, vogliamo dire che tutto quanto è successo ci spingerà ad essere più coraggiosi e a difendere con sempre più determinazione la nostra sacra e inviolabile libertà. Questa è la sfida che quel gesto mafioso ci impone: continuare a dire di no, un no secco e tagliente alla mediocrità della subcultura mafiosa».

«Si sappia, quindi, che l’ing. Surace e tutti noi – ha concluso il sindaco Zito – continueremo a fare bene il nostro dovere, ad offrire una passione e una professionalità qualificata e aggiornata, a promuovere e costruire momenti per testimoniare la gioia nel vivere insieme, amare il bello e le cose pulite e chiare. E mai abdicheremo all’impegno di esercitare l’indignazione, perché non ci può essere amore verso la propria terra senza capacità di indignazione, senza quella difesa appassionata delle persone, dei valori, della giustizia nel momento in cui si tenta di violarli».

FONTE GAZZETTA DEL SUD

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