Gio. Mag 2nd, 2024

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo aver sentito i Presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, che è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Il decreto di scioglimento sarà consegnato ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati dal Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti.

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«La situazione politica ha condotto a questa decisione. La discussione il voto e la modalità hanno reso evidente l’assenza di prospettive per una nuova maggioranza» ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dal Quirinale. «Davanti alle Camere» ci sono «molti importanti adempimenti da portare a compimento nell’interesse del Paese.  Nel prenderne atto ho ringraziato il presidente Mario Draghi e i ministri per i lavori di questi 18 mesi.  Mi auguro che pur nell’intensa campagna elettorale vi sia da parte di tutti un contributo costruttivo nell’interesse dell’Italia».

Le parole di Draghi questa mattina

«Grazie per questo… Certe volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato». Mario Draghi sorride sobrio e commosso, mentre metà emiciclo a Montecitorio lo applaude (immobili 5S, Lega e FI) prima che annunci che sta per salire al Quirinale per rimettere il mandato nelle mani di Mattarella. Le dimissioni il premier le aveva già comunicate ai suoi ministri prima che fosse lasciata cadere la sua richiesta di un nuovo patto per ripristinare l’unità nazionale. La risposta di Conte, Salvini e Berlusconi è stata un no rotondo.

Dopo la Gelmini, anche Renato Brunetta dice addio a Forza Italia: «Non sono io che la tradisco, ma è Fi ad aver tradito sè stessa». Il Pd, con Enrico Letta, denuncia «ci hanno lasciati soli» e riflette sulla crisi del campo largo, mentre ripartono le grandi manovre al centro. Matteo Renzi chiama ad un «grande rassemblement che, in nome dei principi di questi mesi di governo Draghi, dica sì all’Europa e no a i sovranisti». Il centrodestra si è ricompattato sul voto anticipato ma già si divide su chi dovrà essere il condottiero. “Meloni? Non c’è nessun volto del centrodestra, si vedrà quando si andrà a votare. Avremo un programma politico ed economico, fondamentale la scelta Europeista e Atlantista, il nostro principale interlocutore sono gli Stati Uniti», gela le attese di Fratelli d’Italia il coordinatore di Fi, Antonio Tajani.

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