Gio. Mag 2nd, 2024

Domani, sabato 10 settembre 2022, al santuario diocesano Nostra Signora dello Scoglio, come ogni anno, si svolgerà una giornata di preghiera per i giovani. Alla giornata di preghiera tutti pososno partecipare, giovani e meno giovani. A presiedere le sacre funzioni pomeridiane, come sempre, sarà il vescovo della diocesi di Locri – Gerace. Monsignor Francesco Oliva. Fratel Cosimo effettuerà una evangelizzazione, il successore degli apostoli presiederà una solenne concelebrazione eucaristica e poi il mistico fondatore del rinomato santuario, eleverà al Signore una preghiera di intercessione per  la guarigione dei malati e dei sofferenti. L’orario di inizio delle funzioni è previsto per le ore 14:30. Molto spazio verrà dato al sacramento della riconciliazione tant’è che i sacerdoti saranno disponibili fin dal mattino per confessare.

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Di seguito, pubblichiamo l’evangelizzazione che Fratel Cosimo ha tenuto il primo sabato del mese di agosto all’incontro di preghiera presieduto dal Vescovo.

Fratel Cosimo

Dopo aver elevato un’ Ave Maria, alla Vergine Santissima, Nostra Signora dello Scoglio, Fratel Cosimo ha espresso:

“Cari fratelli e sorelle a tutti voi porgo un cordiale benvenuto nel nome del Signore Gesù Cristo. Malgrado il caldo rovente di questa estate anomala ci ritroviamo per il consueto incontro del primo sabato del mese, per vivere insieme un momento di comunione e di fraterno spirito cristiano. La Madonna ci ha convocati qui nel suo Santuario, proprio perché vuole indicarci il cammino, la via che porta a Gesù Cristo, unico nostro Salvatore. Apriamo ora i nostri cuori e accogliamo il messaggio della Parola del Signore tratto dal Vangelo di Luca c. 12 dal v. 32 al v. 40: “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Non temere piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo”. Cari fratelli e amici, i versetti del Vangelo di Luca appena citati, ci dicono che Gesù esortò i suoi discepoli a non temere, e allo stesso tempo li paragonò ad un piccolo gregge. Il termine “piccolo gregge” vorrebbe significare un gruppetto di persone, potremmo dire, senza alcuna difesa e che poteva facilmente cadere vittima di qualcuno. Ma non vi è motivo alcuno di avere paura, perché Gesù lo rassicura dicendo: “Non temere piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il regno”. Un grande incoraggiamento è questo se vogliamo, per quelle poche persone, deboli e forse anche disprezzate dalla massa. Essi comunque possono rimanere tranquilli per la vita, perché il Padre ha dato loro il regno, un regno che non è di questo mondo, perché fa di loro degli stranieri che vanno di continua fretta. Tutti infatti se ci pensassimo bene, siamo come degli stranieri su questa terra, e sapete perché? Perché siamo simili a dei forestieri, turisti di passaggio, senza permanenza, proprio come dicevano gli antichi: la nostra vita su questa terra, lo dico in dialetto, è “comu n’affacciata i franesta”, cioè, è come un affacciarsi alla finestra e subito ritirarsi. Ho reso chiaro il concetto? Perciò, noi che crediamo in Gesù Cristo e diciamo di essere cristiani, dovremmo avere una condotta di vita coerente al suo insegnamento evangelico. Continua a dire Gesù al versetto 36: “Siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa gli aprano subito”. Nel momento in cui mi trovo a leggere il passo del Vangelo che abbiamo ascoltato e che esorta alla vigilanza e alla fedeltà, mi riporta ancora una volta alla mente quanto mi raccontò un giorno mia nonna Concetta, mentre eravamo tranquillamente seduti in campagna sull’erba fresca a pascolare il gregge con i buoi. Ella mi parlò di quando mio nonno Francesco era partito per la guerra, e lei era rimasta sola per un lungo periodo di tempo. Ora, cosa è successo in questa lunga attesa? Mia nonna non rimase in ozio e con le braccia conserte, ma si dedicò con impegno al lavoro dei campi da brava contadina e mi diceva di essere stata sempre attiva, operosa e fedele, e senza mai perdere la speranza nel ritorno di mio nonno. Miei cari, le parole del racconto di mia nonna mi inducono a riflettere che la vita cristiana non è altro se non un’attesa attiva e operosa, nella fedeltà al Signore e nella vigilanza, con la cintura ai fianchi per essere pronti a partire e la lampada sempre accesa per non addormentarsi. “Beati quei servi dice il Signore che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli”. Le parole di Gesù udite dal Vangelo: “Tenetevi pronti, perché nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà”, devono risuonare spesso nelle nostre orecchie, e accompagnarci per tutta la vita. Nell’attesa del glorioso ritorno del Signore, cerchiamo dunque di essere perseveranti nella fede, nella preghiera, nelle opere di misericordia, nella carità operosa e nell’accoglienza verso il nostro prossimo, essere misericordiosi gli un verso gli altri, e cercare di vivere possibilmente in pace con tutti. La Vergine Santissima ci aiuti a vivere la nostra vita secondo la volontà del Signore, affinché quando Gesù ritornerà potrà trovarci svegli e vigilanti con le lampade accese, così da poter udire la parola pronunciata da Gesù nella parabola: “Beati voi”. Dio vi benedica e sia lodato Gesù Cristo!”

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