Dom. Mag 5th, 2024

Pubblichiamo una nota dell’intellettuale cauloniese, Giovanni Di Landro, qui di seguito:

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“Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso!” recita un notissimo proverbio. E, a mio parere,
chi lo ha coniato ha avuto sicuramente a che fare in qualche modo con qualche cauloniese,
perché sembra fatto apposta per descrivere, ahimé, il nostro amato popolo.
Il popolo di Caulonia è composto da gente meravigliosa e straordinaria, gente che ho sempre
amato e difeso ovunque. Ciò non vuol dire però che questo popolo meraviglioso sia esentato
dall’avere dei difetti. Infatti i cauloniesi hanno, in particolare, un’abilità straordinaria nel
“tirarsi la zappa sui piedi” piuttosto che usarla in modo corretto per produrre e crescere!
Oggi, 21 ottobre 2022, cadeva esattamente il giorno esatto della festività del nostro Santo
Patrono Ilarione Abate e, ahinoi, mai giorno fu così triste per la comunità di Caulonia! Chi
l’avrebbe mai detto che proprio il giorno più importante per questo paese sarebbe potuto
diventare uno dei giorni da ricordare in modo negativo!?
Quello che è accaduto è ormai noto a tutti, ma, senza dilungarmi a descrivere gli
avvenimenti, e tralasciando il discorso che la giornata di oggi doveva essere una bellissima
giornata di unità, fratellanza, condivisione e comunione, la cosa che più mi desta
preoccupazione è che quello che è accaduto oggi ha davvero del tragicomico e del
paradossale e crea un precedente davvero preoccupante!
Oggi si sarebbe dovuta portare la statua del Santo Patrono da Caulonia Centro alla frazione
Marina, ma questo trasferimento è stato impedito da qualcuno che pare abbia stabilito, motu
proprio , che la statua avesse dei “fantomatici” danni che ne impedivano il trasporto nella
frazione Marina, e pare che un gruppo esiguo di persone, rimaste fino ad ora nell’anonimato
(come del resto spesso fa chi ha qualcosa da nascondere!), abbia scritto una lettera a S. E. il
Prefetto denunciando questi danni. Danni, però, che pare (e qui si presenta già il primo
punto preoccupante!) che nessun organo competente abbia in realtà accertato in modo
ufficiale e secondo i protocolli consoni (replichi qualcuno a quello che scrivo se per caso sto
scrivendo delle inesattezze!).
Tra l’altro, cosa ancor più grave, ciò fa pensare che quindi chiunque d’ora in poi potrà
stabilire, per così dire, “ad occhio” se una statua, un monumento o qualsiasi altra opera in
generale abbia dei danni seri o no!
Io veramente non vorrei essere pesante, ma quello che è accaduto oggi francamente mi
spinge ad esserlo e mi ha rammaricato molto.
Tutta la comunità cauloniese (o meglio dovrei dire, a questo punto, quasi tutta!) aspettava
con trepidazione l’evento di oggi, un evento che avrebbe ripreso quello che già in passato
(circa 50 anni fa) si svolgeva e che era stato fortemente voluto in particolare dal parroco
Don Antonio Magnoli nell’intento di rinvigorire e di magnificare le festività per il Santo
patrono. Un gesto che sicuramente era da apprezzare da parte della comunità cauloniese. Un
evento che, da quello che ho potuto notare stamattina uscendo in paese ad attendere anch’io
l’arrivo della statua (che poi non c’è stato!), aveva veramente portato tanta gioia e tanto
entusiasmo nei cauloniesi.
Io, per certi versi, posso anche capire la preoccupazione di qualcuno per il fatto che una
statua come quella del Santo patrono potesse danneggiarsi, tutti hanno a cuore la statua del
Santo Patrono, ma, a questo punto, tanto vale chiuderla in una campana di vetro e battersi
perché non venga mai spostata, toccata o portata in processione! Dico bene!? O il problema,
per qualcuno, era solo quello che la statua non arrivasse mai in Marina!? E poi una statua se
si danneggia, guardate che può essere sempre riparata! ​
Però c’è un’altra cosa da dire; c’è un aspetto che la vicenda di oggi ha portato alla luce e che
voglio sottolineare e per il quale vorrei veramente fare i complimenti a questa gente! Vorrei
far loro i complimenti per la tenacia, la grinta e la combattività che hanno dimostrato! Non è
da tutti! Non è da tutti!
Ma questo mi spinge anche a pormi delle domande molto interessanti: perché non avere la
stessa tenacia, la stessa grinta e la stessa combattività nel promuovere, per esempio, un
restauro della statua!? E se avessero avuto la stessa tenacia, la stessa grinta e la stessa
combattività, per esempio, riguardo la situazione di Rupe Maietta che versa in condizioni
disastrose da anni ed anni!? O se avessero avuto la stessa tenacia, la stessa grinta e la stessa
combattività riguardo la situazione di Via dei Carafa (che solo ultimamente, grazie a Dio, si
sta risolvendo!)!?
Allora… potrei continuare ma preferisco non farlo. Credo che abbiate capito il senso delle
mie parole.
Quello che vorrei, però, è vivere in un paese che sia privo di lotte intestine senza senso che
lasciano il tempo che trovano. Spesso ogni cittadino pensa, sbagliando, che il proprio paese
sia suo, ma questo paese non è nostro, siamo invece noi che apparteniamo ad esso!
È singolare sapere (e inviterei sempre questa gente anche ad informarsi su ciò che accade in
giro!) che, per esempio, in altri paesi vicini la gente si è battuta proprio per far nascere la
tradizione del trasporto della statua patronale nelle frazioni del proprio comune. A Caulonia
invece… succede il contrario!
Io spero che le mie parole possano suscitare delle riflessioni in chi ne ha bisogno. E per
chiudere così come ho esordito: “Sbagliare è umano” e “sbagliando si impara” recitano due
noti proverbi, del primo a Caulonia ne abbiamo larga testimonianza, spero con grande
fiducia che potremo trarre insegnamento anche dal secondo!
Viva S. Ilarione.
Con affetto e stima verso tutti i cauloniesi

La statua di Sant’Ilarione abate
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