Mer. Mag 1st, 2024

Le attività di ricerca saranno pubblicate su una rivista periodica. «Aperti ai contributi di avvocati e magistrati»

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Contribuire ad arricchire le conoscenze giuridiche di tutti gli operatori del diritto e delle nuove generazioni che si approcciano all’applicazione pratica del diritto nell’amministrazione della giustizia. E’ questo l’obiettivo del centro studi Zaleuco, inaugurato a Locri con un incontro promosso dall’ordine degli avvocati sul tema ““L’esame testimoniale nel processo penale e i poteri dispositivi delle parti”. «C’è una norma in particolare nel nuovo codice di procedura penale – sostiene l’avvocato Alfredo Arcorace del foro di Locri – che prevede, con la sua entrata in vigore, che le prove dichiarative dovranno essere assunte nel dibattimento attraverso modalità di documentazione audio e video. Questo è uno dei temi su cui l’avvocatura, dopo l’entrata in vigore della riforma Cartabia, si dovrà necessariamente confrontare».

Il Centro Studi locrese si è costituito nel giugno scorso con le finalità di promuovere iniziative dirette a compiere attività di ricerca e di studio delle discipline giuridiche che saranno pubblicate su una rivista periodica denominata “L’eco giuridico”. «E’ un’ottima occasione soprattutto per i colleghi e per chi appartiene al mondo forense per un aggiornamento costante – ha espresso il vicepresidente del centro studi Angelica Commisso – Siamo aperti a tutti i contributi positivi fializzati ad un esperienza giuridica per rappresentare le maestranze di questo territorio in ambito giuridico, sia avvocati che magistrati».

Il consiglio direttivo del Centro Studi è composto dagli avvocati Vincenzo Nobile (Presidente), Angelica Commisso (vicepresidente), Giuseppe Strangio (segretario), Alfredo Arcorace (vice segretario), Domenico Leone (tesoriere).  Gli altri soci fondatori sono gli avvocati Francesco Febbraio, Giuseppe Gervasi, Giuseppe Spadaro, Giuseppe Oppedisano, Francesco Donato Iacopino, Emanuele Procopio, Piermassimo Marrapodi, Enrico Barillaro, Francesco Commisso e Giovanni Scarfò.

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