Lun. Apr 29th, 2024

Il titolo onorifico di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana gli è stato assegnato dal presidente della Repubblica Mattarella su parere dell’ex Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi e consegnato dal Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani.

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Il titolo onorifico di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana gli è stato assegnato dal presidente della Repubblica Mattarella su parere dell’ex Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi e consegnato dal Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani.

Angelo Laganà è l’unico Commendatore della Città Metropolitana di Reggio Calabria nell’arco di tutto l’anno 2022 fra i 548.500 abitanti che danno corpo ai 97 comuni della provincia calabrese.

“Il Presidente della Repubblica Capo dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” in considerazione di particolari benemerenze; su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, sentito il Consiglio dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” con decreto in data Roma, 2 giugno 2022 Ha conferito l’onorificenza di Commendatore al Dott. Angelo Laganà con facoltà di fregiarsi delle relative insegne. Firmato Mattarella, Controfirmato Draghi. Il Cancelliere dell’Ordine attesta che il Dott. Angelo Laganà è stato registrato nell’Albo di Commendatore al n. 2162 Serie VI”. È questa la motivazione ufficiale con cui il Presidente Sergio Mattarella ha assegnato ad Angelo Laganà, intellettuale e musicista calabrese illustre, il riconoscimento ufficiale di Commendatore della Repubblica.

Questa di Angelo Laganà è una storia quasi incredibile, che mi capita sottomano quasi per caso, stando seduto al tavolino di un bar nel cuore di Firenze. Mentre aspetto che mi portino un caffè mi si avvicina un ragazzo con la divisa della Fiorentina Calcio e mi porge una locandina pubblicitaria della squadra toscana, con in basso una foto. Sono due musicisti alle prese con le loro rispettive fisarmoniche, immagino si tratti di un concerto locale, ma sulla didascalia leggo che la foto è stata scattata in Calabria, a Roccella Ionica, e i due protagonisti della serata sono il patron della Fiorentina Calcio Rocco Commisso e il grande musicista calabrese Angelo Laganà.

A quel punto scatta la voglia di saperne di più. Contatto l’ufficio stampa della Fiorentina Calcio ma non immaginavo fosse così complicato sperare di avere un appuntamento con il patron della squadra. Anzi, quasi impossibile.

L’uomo che è uno degli italiani più ricchi d’America è anche uno di managers italiani più irraggiungibili del momento. Nonostante anche lui abbia origini calabresi. Non mi resta allora che contattare il musicista che era con lui quel giorno.

Chiedo le mie prime informazioni ad un vecchio cronista della RAI, Pietro Melia, storico inviato speciale del TG regionale e compagno di lavoro e di viaggio per me per oltre 30 anni. Scopro così che Pietro non solo lo conosce, ma di Angelo Laganà è anche un fans sfegatato. Di lui sa tutto e il contrario di tutto, e dopo una lunga chiacchierata scopro che avrò a che fare con un personaggio così poliedrico, così eclettico, così composito, e soprattutto così affascinante che un viaggio a Roccella Ionica nella sua “casa-museo” Angelo lo merita tutto.

La cosa che oggi più mi colpisce di lui è questa insana voglia di vivere, che Angelo Laganà si porta dentro e che ti sbatte in faccia senza nessuna reticenza e nessun formalismo. Ma lui è fatto così. Ti vede per la prima volta, e ti dà la sensazione di conoscerti da una vita. Ti porge la mano in senso di educazione e di rispetto, ma poi ti chiede di poterti abbracciare. Uomo solare, poeta dalle mille tentazioni ideologiche, menestrello d’altri tempi, soggetto ideale per costruirci attorno un romanzo d’appendice, perché io gli chiedo cosa fa nella vita e lui sorride come un pazzo: “Faccio il musicista, suono la fisarmonica, scrivo pezzi per cantautori famosi, ma ho fatto anche il fotoreporter, il cineasta, l’attore, il ragazzo di bottega ai grandi concerti del passato, il giornalista, l’editore, e ora curo anche il montaggio dei miei docufilm”.

Un genio, vi assicuro, nato a Melito Porto Salvo da una famiglia allora benestante, che all’età di 82 anni sembra ancora un ragazzo con un futuro tutto da scoprire. Un sognatore e un visionario da rotocalco, un artista che non conosce limiti o ostacoli insuperabili. Per lui la vita è ancora tutta da venire, e la cosa che di lui mi colpisce profondamente è la cura che riserva a questo suo museo, così avvolgente, affollato, fantasmagorico, coloratissimo, da dove sembra esserci passato il mondo. Da Antonello Venditti a Francesco De Gregori, da Gianni Morandi a Lorenzo Cherubini, da Mino Reitano a Mina, da Mimmo Modugno a Renzo Arbore, da Katia Ricciarelli a Luciano Pavarotti e dove i più grandi musicisti dell’America latina hanno lasciato una propria traccia e una propria testimonianza fisica. Pensate che la scorsa estate a seguire il suo concerto storico con Rocco Commisso sulla piazza di Roccella c’erano almeno 50 mila persone quella sera, grazie al circuito mediatico messo in piedi dalle radio locali di tutta la Toscana e almeno 3 milioni di appassionati hanno visto la foto dei due “campioni calabresi” sul sito ufficiale della Gazzetta dello Sport. Cifre da record, a cui Angelo Laganà ha fatto ormai l’abitudine da anni.

Personaggio local, dunque, ma soprattutto personaggio vip internazionale, un uomo che ha girato il mondo, solo a Cuba ha tenuto 352 concerti diversi, una vita vissuta in musica e attraversata dalla musica, amatissimo a New York e ricercatissimo a Sidney, ma la magia delle sue canzoni interamente dedicate alla sua terra natale sono ancora un’arma letale per chi ha lasciato la Calabria in cerca di fortuna altrove.

Ora si prepara ad essere ricevuto prima da Papa Francesco. È quanto basta per sancire che la sua vita diventa da oggi anche uno dei capitoli più belli della storia della Repubblica.

‘Il futuro? Cantare, suonare, e se la vita me lo consente – sorride il vecchio boss della musica dialettale locrese- anche continuare a ballare, e poi scrivere, perché parole musica e giornali -aggiunge- mi hanno dato il successo e la felicità che sognavo da bambino’.

Maestro, mi pare di capire che la sua è stata una vita leggendaria.

‘Se lei volesse essere più preciso, allora vorrei che lei usasse un altro termine. La mia vita, mi creda, è stata una favola. Una favola bellissima, che se vuole le racconto dall’inizio, ma non deve avere fretta di andare via. Lei si siede qui con me, e mi ascolta fino alla fine. Non si può raccontare la mia vita correndo e scappando come qualcuno in questi anni ha provato a fare’.

– Maestro, è vero che lei ha incontrato e lavorato con i cantanti più famosi del panorama italiano?

‘Vorrà mica scherzare? Ma lei prima di venirmi a trovare ha letto la mia scheda? Ha visto quello che c’è sulla rete? Vuole sapere con chi ho lavorato? Tanti davvero. Da Mina a Domenico Modugno, da Rita Pavone a Daisy Lumini, da Nino Taranto a Aurelio Fierro, da Mike Bongiorno a Riccardo Del Turco, da Bruna Lelli a Maria della Sila, a Claudio Lippi, ma sono davvero tantissimi i musicisti italiani che hanno amato profondamente quello che era il nostro sottofondo musicale’.

-Decine di giornali pubblicano oggi una sua foto con Gianni Morandi e Jovanotti.

‘Erano insieme al Jova Beach, e non potevo non passare in albergo per salutarli. Primo, per dire a Lorenzo Cherubini che il suo concerto in spiaggia è stato un trionfo popolare, senza precedenti in Calabria. Mai vista tanta gente a Roccella Ionica, e poi è stato un concerto di una emozione e un coinvolgimento indimenticabili. Ci tenevo a portare loro un ricordo della Calabria che rimanesse nella loro vita per sempre, e credo che difficilmente si dimenticheranno della festa e dell’accoglienza ricevuta a Roccella. A Gianni Morandi poi ho portato in regalo una foto dove c’è lui che tiene in mano il cappellino di “RegginAlè” e una busta con vari gadget per il figlio Marco che è tifoso della Roma. Gianni, Marco ed io avevamo assistito nel 1984 nello stadio di Sofia alla partita CSKA Sofia-Roma, gara valevole per la Coppa dei Campioni che la Roma perse nella finalissima, successivamente, contro il Liverpool all’Olimpico. Un’emozione senza tempo’.

– Dopo una laurea brillantissima in Economia e Commercio, la sua vera passione però rimane quella del giornalismo e della fotografia…

‘Mettiamola così, conseguo la laurea in Economia e Commercio, trovo la mia prima sistemazione come insegnante di Matematica nelle Scuole Medie in Calabria, e questo dopo aver superato due diversi concorsi a cattedra. Ma nel 1970 inizio a fare le mie prime foto sportive dentro i campi di calcio, e mi propongo come collaboratore al direttore responsabile della rivista mensile “Alè Catanzaro” che allora veniva editata a Roma da Aldo Primerano’.

– Il collega Pietro Melia mi ha raccontato che lei ha un segreto che riguarda Papa Francesco. Forse è arrivato il momento giusto per parlarne, non crede?

‘Dopo tutta la pazienza che lei ha avuto oggi con me le dirò solo questo, ma non mi chieda altro per favore. Quando Papa Francesco ha compiuto 80 anni, io gli ho dedicato un intero CD con musiche strumentali di mia composizione, eseguite naturalmente con la mia fisarmonica-midi. Erano alcuni successi molto famosi per altro nella sua terra di origine, l’Argentina. Ricordo che alcuni brani scritti per il Santo Padre erano venuti molto bene,”El choclo”, “Amapola”, “Besame mucho”, “Quizas quizas quizas”, “Orfeo negro” e ‘Historia di un amor”. Vuole sapere come è finita? Che Papa Francesco mi ha fatto pervenire una lettera di ringraziamento dallo Stato Vaticano in cui si legge che aveva molto gradito il mio gesto per il suo compleanno. E io vivo anche di questo’.

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