Gio. Mag 2nd, 2024

“Un’amara verità”. Si potrebbe dire, nel commentare la situazione della sanità calabrese, mutuando il titolo del libro (presentato oggi pomeriggio a Catanzaro nella Cittadella regionale) di Carlo Guccione (ex assessore regionale del Pd), che ha ravvisato atteggiamenti censurabili da parte dello Stato a suo avviso quantomeno corresponsabile nella “voragine” economica determinatasi nel settore. Prima di riferirsi più nello specifico alle parole dell’autore, le considerazioni del presidente della Regione e commissario alla Sanità Roberto Occhiuto intervenuto all’evento: “Sono aperto al confronto con tutti e ho accolto di buon grado l’invito rivoltomi da Guccione. La Sanità da noi è vittima di una serie di comportamenti sbagliati, quasi sempre lasciati passare sotto silenzio per i soliti interessi. È il caso, ad esempio, di quanti hanno percepito, o hanno tentato di farlo, doppi e tripli pagamenti, neppure iscrivendosi all’apposita piattaforma per i rimborsi. Ma io su questo versante sarò inflessibile come, per altri versi, lo sarò nel mio rapporto con il Tavole Adduce in cui c’è qualche funzionario poco collaborativo”.

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Occhiuto: “O cambiano alcuni funzionari o cambiano me”

“A riguardo, però, ho già spiegato a chi di dovere – ha proseguito il governatore della Calabria nonché commissario per il piano di rientro dal debito sanitario Roberto Occhiuto – che, continuando di questo passo, o si cambiano tali funzionari o si cambia il presidente e commissario (ovvero lui stesso, ndr)”. Come premesso, tuttavia, prima di Occhiuto a prendere la parola era stato Guccione: “Sembra ormai chiaro che qualcuno, o più di qualcuno, dopo quasi 15 anni di commissariamento, dai tempi in cui fu richiesto dall’allora governatore Agazio Loiero, non vuole quantificare il debito della nostra Sanità. Tant’è vero che si procrastinano persino i pagamenti delle fatture con la diretta conseguenza di far lievitare gli interessi di mora e le spese legali. Ma se non sarà compiuta tale indispensabile quantificazione, sarà impossibile completare il piano di rientro e tornare quindi a una situazione normale. Eppure prima, nei decenni scorsi cioè, c’erano assai meno debiti e, di contro, livelli assistenziali nettamente superiori a quelli attuali. Al punto che la cosiddetta emigrazione sanitaria era limitata soltanto a interventi e cure ad alta specialità. Mentre ora arriva a toccare molte prestazioni ordinarie”.

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