Sab. Apr 27th, 2024

. “Ci sono tanti motivi per scendere in piazza, lunedì 12 dicembre, a Catanzaro. Il nostro dissenso alla manovra finanziaria varata dal governo di centrodestra è convinto e saldamente motivato dalla disamina di misure che non danno risposte a settori nevralgici come la sanità, le infrastrutture, la scuola, il lavoro. E soprattutto, tramite l’articolo 143, si introduce una autonomia regionale che va contro la Costituzione e che aumenterà ancora il divario fra il Nord e il Sud del Paese”. E’ quanto afferma il segretario generale della CGIL Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese.

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“Le decisioni assunte nella legge di bilancio sono state definite “prudenti”, o addirittura “draghiane”. Questo dimostra che promesse elettorali del centrodestra sono già state archiviare e anche così, già si vedono le conseguenze negative che aumenteranno col tempo – afferma ancora Scalese -. Non ci convince una sola voce: la manovra appare classista e appiattita sulle esigenze delle multinazionali e dei ricchi. Con la reintroduzione dei voucher precarizza il lavoro nero e sottopagato e se la prende con i poveri avvantaggiando gli extraprofitti, così come togliere il reddito di cittadinanza senza politiche attive significa andare a penalizzare chi è in difficoltà. Servono nuove politiche industriali ed energetiche, l’aumento dei salari per fare fronte all’aumento dei prezzi, misure di contrasto alla precarietà e alla povertà, con pensioni giuste e non scelte scellerate che non faranno altro che aumentare il divario con le regioni del nord in termini di benessere, di servizi sociali, di diritti”.

“Questa manovra di bilancio – conclude Scalese – è un offesa ai lavoratori e alle lavoratrici che ogni giorno sono impegnati con enormi difficoltà e sacrifici a mandare avanti la macchina-Paese. Ecco perché saremo in piazza, lunedì 12 dicembre, e lanciamo un appello alla condivisione rivolto tutte le forze politiche, ai lavoratori e alle lavoratrici di tutte le sigle, alle piccole e medie imprese, agli studenti. Facciamo sentire il nostro dissenso”.

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