Lun. Apr 29th, 2024

I pm della Dda di Roma hanno chiesto condanne per complessivi 370 anni nei confronti di 34 persone, che hanno optato per il rito abbreviato, imputate nell’ambito del procedimento sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta ad Anzio e Nettuno. Per un’altra trentina di imputati la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio.

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L’inchiesta

L’inchiesta, coordinata dai procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò con i pm Giovanni Musarò, Francesco Minisci e Alessandra Fini, aveva portato il 17 febbraio scorso all’arresto eseguito dai carabinieri del Nucleo Investigativo della Capitale di oltre sessanta persone accusate anche di associazione a delinquere di stampo mafioso. Ai vertici dei due distinti gruppi criminali, distaccamenti delle ‘ndrine di Santa Cristina d’Aspromonte (in provincia di Reggio Calabria) e di Guardavalle (in provincia di Catanzaro), c’erano Giacomo Madaffari, Davide Perronace e Bruno Gallace: per quest’ultimo, che ha scelto il rito abbreviato, chiesti 20 anni.

Comuni sciolti per mafia

Sciolto per mafia sia il Comune di Anzio sia quello di Nettuno in seguito all’inchiesta della Procura capitolina. In base a quanto emerso dalle indagini, i clan della ‘ndrangheta puntavano a ‘colonizzare’ il litorale romano, e per rafforzare il proprio potere sfruttavano la consolidata capacità di importare ingenti quantitativi di cocaina dal Sud America, per poi infiltrarsi nelle amministrazioni locali attraverso la gestione e il controllo di attività economiche nei più svariati settori, da quello ittico alla gestione e smaltimento dei rifiuti.

Gli accertamenti

Gli accertamenti avevano consentito di ricostruire fra l’altro l’importazione di 258 chili di cocaina avvenuta nella primavera 2018, tramite un narcotrafficante colombiano, disciolta nel carbone e poi estratta all’interno di un laboratorio allestito a sud della Capitale. La ‘ndrina aveva anche in progetto di acquistare e importare da Panama circa 500 chili di cocaina nascosti a bordo di un veliero che in origine veniva utilizzato per regate transoceaniche. L’operazione però saltò quando gli arrestati vennero a conoscenza delle indagini proprio nei loro confronti. Ora, con l’avviso di conclusione delle indagini, in 66 rischiano di finire a processo.

CALABRIA 7

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