Sab. Apr 27th, 2024

Nel mentre in questi giorni, l’area culturalpolitica popolare, riformista e democristiana, è alle prese con un serio tentativo di rilancio -per di più in modo organico, omogeneo e strutturalmente radicato- qualcuno ha ben pensato, in modo intempestivo, di lasciare una di queste organizzazioni, per approdare ‘in terra sconosciuta’, politicamente parlando.
Bisogna avere pazienza, tanta, ma tanta, tantissima e penosa pazienza, poiché nei tempi decadenti e tristi che viviamo, a popolare le istituzioni elettive (o para tali), troviamo gens intercambiabile, la quale crede di essere, di volta in volta, nel passato De Gasperi (oppure Umberto Capuzzo, generale di Corpo d’Armata e successivamente senatore democristiano dal 1987 al 1994), ed oggi -visto il passaggio ad Azione- Giuseppe Mazzini (oppure in surrogato il ‘metasegertario regionale’, Fabio Scionti).
Orbene, nel cristallizzare ciò -per di più per come è e con le parole espresse- non si ravvisano elementi di citazione a giudizio nei miei confronti -per le quali, essendo azioni temerarie, avverse alla critica politica, se fossero intentate, sarebbero una violazione al diritto di pensiero e parola, benché in ogni modo ne ne sbatterei altissimamente (nonostante il Graziano Giuseppe, una volta, ed in modo maligno, utilizzò in una chat con il sottoscritto, le mie passate vicende di ‘perseguitato giudiziario’, il cui procedimento non è ancora definito, essendoci un Apoello in corso a Reggio Calabria e l’inchiesta aperta innanzi all’Autorita` Giudiziaria in Libano, al netto di probabili rogatorie internazionali)- e comunque, l’addio all’area Democristiana, Popolare e Riformista, da parte di Giuseppe Graziano, rincuora molti di noi, pure perché sarà più facile, finalizzare l’ingresso di altri Consiglieri Regionali.
Questi ultimi con cui si sta discretamente ragionando, si guardano bene essi stessi dal definirsi colleghi di (presunti?) componenti della medesima Assemblea, i quali a loro volta ricorderebbero ‘i graduati delle operette’, tipo ‘La vedova Allegra’, quando il Conte Danilo, sfoggiava tronfio i suoi alamari, alfine di pavoneggiarsi per corteggiare la bellissima protagonista, ovvero Madame Radek.
Forse, qualcuno, avrà scambiato questa pièce, con la ricerca affannosa di partiti, dopo aver imposto la sua presenza, ed esercitato dentro di essi, una sorta di ‘tappo’, sempre politicamente parlando.
Ad ogni buon fine, poiché gli improvvidi, mi capitano sempre sul mio cammino, pur non intracciandomi, poiché li sgombro -sia ben chiaro!- con pedate metaforiche, qualora mi si replicasse, io controreplicherei, e l’ironia (per di più supportata da concettualità, evidenze ed altre incontrovertibili argomenti), ‘pungerebbe’ parecchio anziché no, perciò qualcuno arrossirebbe parecchio, ed io non vedo l’ora!

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Vincenzo Speziali

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