Ven. Mag 3rd, 2024

Tre medici, nessun primario, opera solo in day hospital e tratta 20 pazienti al giorno

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Negli ultimi giorni si è ampiamente dato spazio al progetto “Nole” (Nuova Oncologia Locri Epizefiri)
per la riqualificazione del reparto dell’ospedale di Locri. Un itinerario che si dovrà attuare in sinergia
tra l’associazione nazionale proponente “Angela Serra” e l’Asp 5 di Reggio Calabria e prevede, dopo
la presentazione di un progetto esecutivo, un ulteriore step nei prossimi mesi.
Al momento, all’interno dell’ospedale di Locri, al secondo piano del presidio di contrada Verga, sul
lato monte rispetto all’ingresso principale, si trova la struttura complessa di Oncologia, nella quale
operano tre oncologi, i dottori Giuseppe Bellocco, Irene Cutuli e Francesco Serranò, coadiuvati dal
personale infermieristico. Come altri reparti anche in Oncologia non vi è un primario. Ma quello che
conta davvero è che l’oncologia locrese, pur operando in day hospital, senza posti letto, ha circa 20
pazienti al giorno che accedono alle cure, trattamenti e terapie contro diverse malattie oncologiche
con risultati importanti e, forse, poco conosciuti.
A segnalare l’impatto positivo e il grande lavoro quotidiano di Oncologia sono stati diversi pazienti:
«Spesso – ci ha detto uno di essi – si parla di malasanità ma ci sono isole felici anche da noi, come
nel caso dell’Oncologia che è un punto di riferimento per le cure che dobbiamo fare e che ci
consentono di non andare fuori sede. Il reparto dovrebbe essere potenziato».
La storia ci rimanda alle origini del reparto di che si trovava all’ospedale di Siderno, dove c’erano
anche 8 posti letto. Quei posti letto non ci sono più ma rimane il presidio di Locri che è in grado di
somministrare qualunque tipo di trattamento medico secondo le più recenti linee guida internazionali,
con l’utilizzo di terapie mirate. Come ci riferisce anche una paziente che ha iniziato il trattamento con
un farmaco innovativo per la gestione del tumore della mammella. Proprio questo tumore rientra nei
tre “big killer” dell’oncologia, ovvero le tre patologie con maggiore incidenza di mortalità: polmone,
prostata e mammella. I “big killer” si possono curare anche a Locri e con l’ausilio di farmaci innovativi,
compresi quelli che le case farmaceutiche cedono a 1 euro al flacone con il sistema cosiddetto “Cnn”:
si tratta di farmaci già approvati dall’Agenzia europea per i medicinali, ma non ancora negoziati
dall’Agenzia italiana del farmaco ai fini della rimborsabilità del Servizio sanitario nazionale. In pratica
anche a Locri i pazienti hanno la possibilità di curarsi come nei migliori centri nazionali e per ridurre i
viaggi della speranza sarebbe opportuno potenziare il reparto di oncologia per fare una diagnosi
completa e, per questo, servirebbero la radioterapia, la medicina nucleare, l’anatomia patologica e il
laboratorio di genetica.
Con il potenziamento della diagnostica si potrebbe fare un salto di qualità importante che potrebbe
ridurre sia i tempi di attesa per i pazienti, sia abbattere i costi degli accertamenti medici. Aggiungere
anche dei posti letto per seguire i pazienti che versano in stato avanzato di criticità oncologica
sarebbe un ulteriore passo in avanti per creare condizioni sempre più favorevoli per curarsi al meglio
rimanendo sul territorio

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