Ven. Mag 3rd, 2024

Sono salite a quota 60 le vittime del naufragio del barcone di migranti avvenuto all’alba di oggi sulle coste del Crotonese. Un bilancio che si aggrava man mano che i soccorritori recuperano i corpi dei naufraghi dalle acque del mare. I sopravvissuti – in base all’ultima ricostruzione – sarebbero 80, circa una ventina dei quali ricoverati all’ospedale civile di Crotone.

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Non c’è ancora un numero attendibile – scrive l’Ansa – delle persone che erano a bordo del caicco partito quattro giorni fa dalla Turchia. Secondo alcuni superstiti sarebbero stati circa 180. Per altri molti di più, almeno 250. Al momento sono state recuperate circa 60 persone vive. Tra le vittime ci sono anche due gemellini di pochi anni e un bimbo di alcuni mesi. I corpi dei gemellini sono stati recuperati in mare, mentre quello del bambino è stato trovato sulla spiaggia. Nel naufragio, secondo alcune stime, sarebbero morti una ventina di bambini di varia età.

Cei: “Presa di coscienza europea e internazionale”

“Una profonda tristezza e un acuto dolore attraversano il Paese per l’ennesimo naufragio avvenuto sulle nostre coste. Le vittime sono di tutti e le sentiamo nostre”. Così il presidente della Cei (Conferenza Episcopale Italiana), il cardinale Matteo Zuppi che sottolinea l’urgenza “di una presa di coscienza europea e internazionale” per dare “una risposta strutturale, condivisa e solidale tra le Istituzioni e i Paesi” affinché “nessuno sia lasciato solo” e “l’Europa sia all’altezza delle tradizioni di difesa della persona e di accoglienza”.

Il bilancio è drammatico

“Il bilancio è drammatico e sale di ora in ora: sono stati già recuperati 40 corpi, tra cui molti bambini. Ci uniamo alla preghiera del Santo Padre per ognuno di loro, per quanti sono ancora dispersi e per i sopravvissuti. Li affidiamo a Dio con un pensiero per le loro famiglie”, continua Zuppi. “Questa ennesima tragedia, nella sua drammaticità ricorda che la questione dei migranti e dei rifugiati va affrontata con responsabilità e umanità. Non possiamo ripetere parole che – aggiunge – abbiamo sprecato in eventi tragici simili a questo, che hanno reso il Mediterraneo in venti anni un grande cimitero”.

“Nessuno sia lasciato solo”

“Occorrono – è scritto ancora – scelte e politiche, nazionali ed europee, con una determinazione nuova e con la consapevolezza che non farle permette il ripetersi di situazioni analoghe. L’orologio della storia non può essere portato indietro e segna l’ora di una presa di coscienza europea e internazionale. Che sia una nuova operazione Mare Nostrum o Sophia o Irini, ciò che conta è che sia una risposta strutturale, condivisa e solidale tra le Istituzioni e i Paesi. Perché nessuno sia lasciato solo e l’Europa sia all’altezza delle tradizioni di difesa della persona e di accoglienza”, conclude il presidente della Conferenza episcopale italiana.

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