Lun. Apr 29th, 2024

Ristretto al 41 bis, in espiazione di una condanna a 30 anni di reclusione, è affetto da tumore al Pancreas. La Suprema Corte ha disposto un nuovo esame del Tribunale di sorveglianza

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Accolto in Cassazione il ricorso presentato dal difensore di Ernesto Fazzalari, contro il rigetto del Tribunale di sorveglianza della richiesta di sospensione pena e di concessione della detenzione domiciliare o ospedaliera. Il boss era rinchiuso in regime di 41bis nel carcere di Parma. Da mesi Ernesto Fazzalari,   ex numero due dopo Matteo Messina Denaro tra i ricercati più pericolosi d’Italia ed arrestato il 26 giugno 2016, è sottoposto a cicli di chemioterapia in quanto affetto da una forma di tumore al pancreas aggressiva e dalla prevedibile prognosi infausta. Il suo generale stato di salute appare già molto compromesso, rilevandosi dall’analisi della cartella clinica la vascolarizzazione della neoplasia unitamente alla presenza di metastasi linfonodali.
Secondo i magistrati del Tribunale di Sorveglianza di Bologna, Fazzalari, fuori dal circuito carcerario, non avrebbe potrebbe ricevere cure diverse o migliori di quelle praticate in regime detentivo attraverso il continuo monitoraggio effettuato dai sanitari e la ininterrotta vigilanza del personale di Polizia penitenziaria, in grado di allertare in qualunque momento l’ausilio medico occorrente. «Orbene – evidenziò il suo legale, l’avvocato Tonino Napoli del Foro di Palmi – è innegabile che il regime speciale al quale è sottoposto limiti in maniera significativa l’indispensabile sinergia che dovrebbe sussistere tra divisione intramuraria e strutture sanitarie esterne, così compromettendo la tempestività delle cure e l’efficacia di quegli interventi che, nel caso in esame, potrebbero rivelarsi perfino salva vita».

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