Ven. Mag 3rd, 2024

Dal monitoraggio degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti è emerso un decremento degli episodi: nel 2022 sono stati 111 rispetto ai 232 del 2021, con una diminuzione pari al 52%. Il dato è emerso nel corso di una riunione del Centro di coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, presieduta dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al Viminale.

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Il dato, secondo il ministero dell’Interno, appare più significativo alla luce del trend crescente che aveva invece caratterizzato gli anni precedenti: nel 2021 si era avuto un aumento del 42% dei casi, rispetto ai 163 del 2020, anno in cui pure si era avuta una crescita dell’87% rispetto al 2019, quando gli episodi erano stati 87. Analogo decremento si attesta nei primi due mesi del 2023: 14 gli atti denunciati rispetto ai 28 riferibili allo stesso periodo del 2022.

Sicilia tra regioni con maggior numero di denunce

Tra le regioni che hanno fatto registrare nel 2022 un maggior numero di eventi o denunce ci sono il Lazio, Lombardia, Campania, Calabria e Sicilia, con 76 episodi complessivi, pari al 68,5% del totale. Durante la riunione, dai rappresentanti dei giornalisti è stato anche sottolineato il fenomeno delle cosiddette “querele temerarie”. All’incontro al Viminale hanno partecipato il sottosegretario Nicola Molteni, il capo di Gabinetto Maria Teresa Sempreviva, il capo della Polizia-direttore generale della Pubblica Sicurezza Lamberto Giannini, la consigliera segretaria del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Paola Spadari e il presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana Vittorio di Trapani.

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