Lun. Apr 29th, 2024

Quattro le condanne ribaltate in assoluzioni, tredici i concordati e 9 condanne riformate dalla Corte di appello di Catanzaro

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Con 4 condanne ribaltate in assoluzioni, 13 pene concordate e altre nove riformate si chiude il processo di secondo grado per 26 imputati coinvolti nell’operazione della Dda di Catanzaro Last Generation, avviata dopo il ritrovamento di un bidone contenente un notevole quantitativo di sostanza stupefacente, avvenuto nella periferia di Soverato nel marzo 2017, nell’ambito di un servizio di controllo del territorio messo in atto dai carabinieri.

 Le condanne riformate

La Corte di appello di Catanzaro, presidente Antonio Giglio, a latere, Ippolita Luzzo e Maria Rosaria di Girolamo ha riformato il verdetto  emesso dal gup Barbara Saccà il 23 aprile 2021 nei confronti di  Vincenzo Aloi,  condannato a 11 anni, 6 mesi e 20 giorni(in primo grado 16 anni, con interdizione perpetua dai pubblici di uffici e divieto di espatrio); Raffaele Campagna, 11 anni, 6 mesi e 20 giorni (in primo grado 16 anni, con interdizione dai pubblici uffici e divieto di espatrio);  Agazio Geracitano, 2 anni, 8 mesi e 12mila euro di multa (in primo grado 8 anni,  con interdizione perpetua dai pubblici di ufficio e divieto di espatrio). I giudici hanno però assolto l’imputato difeso dall’avvocato Vincenzo Cicino dall’accusa più grave relativa all’associazione ;  Giuseppe Notaro, 6 anni di reclusione (in primo grado 8 anni e 8 mesi);  Pietro Procopio, 6 anni e 6 mesi (in primo grado 9 anni e 4 mesi); Andrea Lucio Rizzo, 5 anni, 3 mesi e 10 giorni (in primo grado 8 anni); Giulio Moreno Rizzo, 6 anni, 4 mesi e 20 giorni(in primo grado 10 anni);  Teclechaimanot Tsegay,  2 anni, 8 mesi e 12mila euro di multa (in primo grado 4 anni e 18mila euro di multa);  Francesco Galati, 4 anni, 8 mesi e 20mila euro di multa (in primo grado 6 anni e 30mila euro di multa);  Regge l’inchiesta della Dda sebbene le pene inflitte siano inferiori a quelle richieste dai sostituti procuratori Veronica Calcagno e Vito Valerio, che al termine della requisitoria avevano invocato oltre due secoli di reclusione.

Pene concordate

I giudici di secondo grado, in accordo con le parti, tramite concordato, hanno inflitto a Marco Ciano, 1 anno, 2 mesi, 20 giorni e 1.600 euro di multa (in primo grado 1 anno e 8 mesi, 1.400 euro di multa); Ozan Kanat, 3 anni, 11 mesi  e 6mila euro di multa (in primo grado 5 anni e 8 mesi, 6mila euro di multa); Michael Leoci, 4 anni di reclusione e 14mila euro di multa (in primo grado 6 anni, 20mila euro di multa);  Antonino Francesco Pittelli, 2 anni, 6 mesi e 2.200 euro di multa (in primo grado 4 anni e 6 mesi e 20mila euro di multa); Ettore Rositani, 2 anni e 11 mesi di reclusione più 12mila euro di multa (in primo grado 4 anni, 18mila euro di multa); Davide Stumpo,  anno 10 mesi e 300 euro di multa (in primo grado 3 anni, 4 mesi e 14mila euro di multa); Antonio Bressi, 4 anni e 18mila euro di multa (in primo grado 6 anni, 8 mesi); Vincenzo Longo, 3 anni, 10 mesi e 13mila euro di multa (in primo grado 5 anni, 8 mesi di reclusione); Leonida Antonio Montagna, 3 anni e 14mila euro di multa (in primo grado 3 anni, 4 mesi, 24mila euro di multa); Romano Ponzo, 5 anni e 21mila euro di multa (in primo grado 6 anni e 6 mesi, 26mila euro di multa); Orlando Giacomo Screnzi, 4 anni e 14mila euro di multa (in primo grado 6 anni, 4 mesi e 36mila euro di multa); Moreno Tortorelli, 3 anni, 5 mesi, 10 giorni e  16mila euro di multa (in primo grado 5 anni e 24mila euro di multa) e Annalisa Tortorelli, 4 anni e 14mila euro di multa (in primo grado 6 anni e 42 mila euro di multa).

Le condanne ribaltate in assoluzioni

La Corte di appello di Catanzaro ha assolto Mauro Masciari, (difeso dall’avvocato Salvatore Staiano) che in primo grado aveva incassato 7 anni di reclusione; Fabrizio Bensi, (difeso dal legale Francesco Carello), al quale in primo grado aveva inflitto 2 mesi e 500 euro di multa, pena sospesa); Antonio Grande, (difeso dall’avvocato Salvatore Staiano) nei confronti del quale il giudice di prime cure avevano inflitto 4 anni e 18mila euro di multa;  Paola Vaccaro, (codifeso da Vincenzo Varano e Domenico Pietragalla), condannato in primo grado a 1 anno 10 mesi e 6mila euro di multa, pena sospesa.  

Le attività investigative

Le indagini hanno permesso di documentare la gestione organizzata dell’attività di spaccio (cocaina, hashish e marijuana) da parte del sodalizio, con base operativa nel Soveratese e con proiezioni in altre realtà nazionali ed estere. Un gruppo criminale che aveva come leader Vincenzo Aloi, nipote di Vincenzo Gallace, capo dell’omonima cosca di ‘ndrangheta radicata a Guardavalle. Oltre a rifornire l’area del Soveratese, l’inchiesta ha messo in luce la capacità di alcuni imputati di far arrivare importanti quantitativi di cocaina anche nelle più competitive piazze di spaccio del milanese e del maceratese. Nel corso delle operazioni sono state sequestrate oltre 2 chilogrammi di stupefacente, tra cocaina, hashish e marijuana e un’arma clandestina con tanto di munizioni. Inoltre, sono state registrate transazioni economiche inerenti ai traffici illeciti poste in essere dagli imputati per un valore di oltre mezzo milione di euro, transazioni illecite che hanno portato all’emissione di un decreto di sequestro preventivo per pari importo.

Verso la Cassazione

Gli avvocati difensori nel cui collegio compaiono tra gli altri gli avvocati Vincenzo Cicino, Luca Cianferoni, del foro di Roma, Gregorio Viscomi, Vincenzo Maiolo Staiano, Livio Muscatiello, Alessandro Salonia, Sergio Rotundo, Antonia Augimeri, Giuseppe Menzica, Stefano Galelli, Federico Magnante, Armodio Migali, Sergio Callipari, Cristiano Nuzzi, Vincenzo Nesci, Luana La Cava, Alessandro Guerriero, Massimo Mosca, attenderanno le motivazioni della sentenza per ricorrere in Cassazione.

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