Mer. Mag 1st, 2024

L’ex presidente della Regione indagato nell’inchiesta della Procura di Catanzaro: «contestazioni di associazione mafiosa non mi appartengono»

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«Rimango davvero incredulo e senza parole di fronte alle contestazioni mosse dalla Procura DDA di Catanzaro nei miei confronti». Così l’ex presidente della Regione Calabria, Gerardo Mario Oliverio, a poche ore dall’operazione ‘Glicine akeronte‘ che lo vede tra gli indagati. «Anche in questa occasione ho appreso dell’indagine su di me da alcuni giornali nazionali, prima ancora che mi venisse notificata, facendo passare ,ancora una volta, che fossi sottoposto agli arresti per reati di mafia».

«A distanza di circa 4 anni, dopo i ripetuti coinvolgimenti in procedimenti giudiziari sui quali si è pronunciata la Magistratura giudicante con sentenze di piena assoluzione “perché il fatto non sussiste” ed evidenziando, come ha fatto la Corte di Cassazione, un “chiaro pregiudizio accusatorio” da parte della Procura di Catanzaro nei miei confronti, confesso di non comprendere la ragione di tanto accanimento».

«Lungi da me anche in queste ore – continua Oliverio – atteggiamenti vittimistici o di risentimento che non mi appartengono. Non posso tuttavia non esprimere liberamente una riflessione di amarezza su un sistema giustizia piegato al protagonismo mediatico e per questo pronto a macinare persone, storie, verità, prescindendo da fatti, prove, indizi. Anche in quest’ultima vicenda, dalla lettura dell’Ordinanza, mi ritrovo coinvolto in una operazione della Procura di Catanzaro per contestazioni di associazione mafiosa che non mi appartengono e che non a caso lo stesso GIP ha valutato infondate».

«Una indagine verso la quale dichiaro la mia totale disponibilità a collaborare perché non ho nulla, proprio nulla da temere o da nascondere. Prendo atto che il mio nome, per le funzioni istituzionali svolte e per la storia che ho alle spalle, è strumentale a creare attenzione mediatica e magari ad amplificare protagonismi funzionali a scalate carrieristiche. Ho dedicato la mia vita ed il mio impegno politico ed istituzionale nella lotta alla criminalità e per la affermazione della legalità e dei diritti. Non permetterò a nessuno di infangare la mia storia. I polveroni non servono agli onesti – conclude Mario Oliverio – né al prestigio ed alla credibilità della stessa Magistratura il cui ruolo è insostituibile e prezioso».

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