Lun. Apr 29th, 2024

Le pene più alte sono state inflitte agli imprenditori Gallo e Gigliotta. Tra gli assolti Glenda Giglio e i Brutto

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Dopo quattro ore di Camera di consiglio, il Tribunale collegiale di Catanzaro, presieduto da Beatrice Fogari, ha sentenziato nei confronti 35 condanne e 12 assoluzioni per i 47 imputati, giudicati con rito ordinario, coinvolti nella maxi inchiesta della Dda di Catanzaro “Basso Profilo” che punta a svelare i legami più nascosti tra ‘ndrangheta, politica e imprenditoria, un’indagine, che il 21 gennaio di due anni fa ha portato le Forze dell’ordine a notificare 50 misure cautelari. I giudici hanno inflitto le pene più pesanti nei confronti degli imprenditori  Antonio Gallo e Umberto Gigliotta, entrambi condannati alla pena di 30 anni di reclusione. Condannato anche il finanziere Ercole D’Alessandro, mentre tra gli assolti l’imprenditrice Glenda Giglio, gli ex politici Tommaso e Saverio Brutto il luogotenente della Guardia di finanza Roberto Mari. Ha retto il castello accusatorio dei magistrati della distrettuale Antimafia Paolo Sirleo e Veronica Calcagno, coordinati dal procuratore capo Nicola Gratteri, anche se l’accusa al termine della requisitoria aveva invocato 47 condanne e una sola assoluzione.

Le condanne e le richieste di pena

Il pm Paolo Sirleo ha chiesto le seguenti condanne: Enrik Baci, 2 anni di reclusione, (il pm ha invocato 7 anni); Antonio Santo Bagnato, 6 anni e 6 mesi (il pm ha chiesto 10 anni); Elena Banu, 3 anni, 4 mesi e 10mila euro di multa (il pm 4 anni);  Maria Rosaria Caliò, 3 anni, 8 mesi e 11mila euro di multa (il pm 2 anni e 6 mesi); Eliodoro Carduccelli, 8 anni, 20.400 euro di multa (il pm 15 anni e 60mila euro di multa); Ilenzia Cerenzia, 4 anni, 5 mesi di reclusione e 12mila euro (il pm 2 anni e 6 mesi); Nicola Cirillo, 2 anni e 8 mesi (il pm 7 anni); Ercole D’Alessandro, 6 anni e 8 mesi di reclusione (il pm 15 anni);  Antonella Drosi; 2 anni di reclusione (il pm 5 anni); Santo Faldella, 4 anni, 10 mesi e 13.800 di multa (il pm 4 anni e 8mila euro di multa); Antonello Formica, 6 mesi di reclusione (il pm 4 mesi); Antonio Gallo, 30 anni (come richiesto dal pubblico ministero); Francesco Gallo, 4 anni, 2 mesi e 12.500 euro di multa (il pm 4 anni); Umberto Gigliotta, 30 anni (il pm aveva chiesto 24 anni); Odeta Hasaj 4 anni e 2 mesi (il pm 4 anni e 3 mesi);  Giuseppe Lamanna, 2 di reclusione (il pm 4 anni);Andrea Leone, 18 anni di reclusione (il pm 21 anni); Francesco Le Rose, 4 anni e 8 mesi (il pm 9 anni);  Ieso Marinaro, 7 anni, 2 mesi e 19mila euro di multa (il pm 3 anni); Giovanni Mazzei, 3 anni (il pm 6 anni);  Liberato Giuseppe Paciullo, 4 anni, 4 mesi e 12.500 di multa (il pm 3 anni e 6 mila euro di multa); Daniela Paonessa, 7 anni  (il pm 3 anni e 6 mila euro di multa);  Raffaele Posca, 2 anni (il pm 6 anni); Andrea Rosa, 4 anni e 2 mesi e 10mila euro di multa (il pm 4 anni e 4 mesi); Umberto Rotundo, 2 anni e 2 mesi (il pm 2 anni); Rolando Russo, 3 anni e 4 mesi e 10mila euro i multa (il pm 3 anni e 6 mesi); Giovanni Lorenzo Servidio, 3 anni, 4 mesi e 10mila euro di multa (il pm 2 anni e 10 giorni); Maurizio Silipo, 3 anni e 8 mesi e 11mila euro di multa (il pm 2 anni e 2 mesi); Maria Teresa Sinopoli, 7 anni e 8 mesi, 19.400 euro di multa (il pm 6 anni e 4 mesi);  Rosa Talarico, 4 anni, 6 mesi e 13mila euro i multa (il pm 6 anni); Matteo Tarantino, 3 anni (il pm 2 anni e 4 mesi); Luca Torcia, 2 anni e 7 mesi, 7 mila di multa (il pm 1 anno e 6 mesi); Rosa Torcia, 3 anni, 9 mesi e 10.500 mila di multa (il pm 2 anni e 6 mesi); Alberto Zavatta 1 anni e 8 mesi (il pm 3 anni) e Claudio Zavatta 1 anno e 8 mesi (il pm 3 anni). 

Le assoluzioni e le richieste della Dda

Il Tribunale collegiale ha assolto Tommaso Brutto, (il pm aveva chiesto 9 anni); Saverio Brutto (il pm  aveva invocato 7 anni), difesi dagli avvocati Enzo Ioppoli ed Angela La Gamma; Luciano D’Alessandro (il pm 9 anni), difeso dagli avvocati Enzo De Caro e Davide De Caro; Glenda Giglio (il pm 7 anni), difesa dagli avvocati Salvatore Staiano (coadiuvato dal legale Alice Piperissa) e Antonio Lomonaco; Giorgia Sollecchia (assolta come richiesto dal pm); Mario Esposito (il pm 4 anni); Roberto Mari (il pm 4 mesi),difeso dall’avvocato Gregorio Viscomi; Antonio Melino (il pm 4 anni); Rositsa Pazieva (il pm 2 anni);Tommaso Stranges (il pm 2 anni), Vincenzo De Luca, (il pm 13 anni), difeso dai legali Piero Mancuso e Armodio Migali, Valerio Drosi, (il pm aveva chiesto 4 anni) difeso dagli avvocati Enzo De Caro e Maria Laura De Caro. Per un altro filone della stessa inchiesta è già arrivata la sentenza di primo grado con rito abbreviato il 28 ottobre 2021 e nei confronti degli imputati è in corso il processo di appello dove il pg, durante la requisitoria, ha invocato 22 condanne.

Le ipotesi di accusa

Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso, corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, trasferimento fraudolento di valori, rivelazione e utilizzazione del segreto di ufficio, riciclaggio, accesso abusivo al sistema informatico e voto di scambio politico-mafioso. Tra questi l’imprenditore Antonio Gallo, espressione delle ‘ndrine Trapasso e Bagnato, sotto l’ala protettrice della cosca Ferrazzo di Mesoraca e di altre organizzazione criminali riunite nel nome della locale di ‘ndrangheta di Cirò; l’ex consigliere comunale di Catanzaro e l’allora assessore del Comune di Simeri Crichi, rispettivamente Tommaso Saverio Brutto, che avrebbero favorito i progetti di ascesa di Gallo, presentandogli appartenenti alle Forze dell’ordine infedeli, “disposti a negoziare le informazioni riservate provenienti da ambienti interni all’autorità giudiziaria, cedendo al fascino del potere economico e alle relazioni di Gallo”.  Tra gli imputati anche l’imprenditore Umberto Gigliotta, che avrebbe fatto ingresso nella sfera criminale catanzarese grazie alla conoscenza di Francesco Trapasso, detto Franco “u rabbinu” e Salvatore Espedito Mazza, inteso “Stellina”, entrambi considerati organici al clan dei Gaglianesi di Catanzaro, un’articolazione delle ‘ndrine Trapasso di San Leonardo di Cutro e degli Arena di Isola Capo Rizzuto.

Le tredici parti civili 

Sono parti civili nel processo la Regione Calabria, la Provincia di Catanzaro; il Comune di Catanzaro, il Comune di Sellia Marina, il Comune di Cutro; il Comune di Roccabernarda; Agenzia delle Entrate, il Ministero dell’economia e delle finanze; il Ministero dell’interno; il Ministero della difesa; presidenza del Consiglio dei ministri; Liberato Paciullo e Banca Intesa.

Verso l’appello 

Gli avvocati difensori, nel cui collegio compaiono, tra gli altri, i nomi di Nicola Cantafora, Salvatore Staiano, Vincenzo Cicino, Vincenzo Varano, Sergio Rotundo, Enzo Ioppoli, Angela La Gamma, Valerio Murgano, Enzo De Caro, Domenico Concolino, Saverio Loiero, Vittoria Aversa, Vincenzo Marsico, Giovambattista Scordamaglia, Francesco Iacopino, Francesco Verri, Eugenio Felice Perrone, Salvatore Iannotta, Francesca Pesce, Giuseppe Pitaro, Vittorio Ranieri, Piergiuseppe Cutrì, Mario Rocca, Vincenzo Rosa, Fabrizio Costarella, Francesco Rotundo, Enzo Galeota, Alessandra Coppolino, Lucia Conte, Piero Mancuso e Piero Chiodo, attenderanno le motivazioni della sentenza per ricorrere in appello.

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