Sab. Mag 4th, 2024

Reggina, situazione surreale al Sant’Agata: il centro sportivo è totalmente abbandonato da un mese e mezzo. La squadra vorrebbe quantomeno allenarsi, ma Saladini scarica tutta la gestione sui nuovi acquirenti che però hanno firmato soltanto un preliminare (condizionato all’iscrizione in serie B) e giustamente al momento non hanno alcuna responsabilità

Immaginate un’azienda in cui i dipendenti vorrebbero alzarsi la mattina e andare a lavorare per essere produttivi, e invece il titolare da un mese e mezzo è scomparso, ha chiuso le porte e non li fa neanche entrare in ufficio. A stento risponde al telefono per fare spallucce. Ecco, è esattamente l’attuale situazione della Reggina di Felice Saladini, che ieri nel giorno della bocciatura del ricorso contro l’esclusione dalla serie B ha annunciato ulteriore reclamo al CONI (si esprimerà il 20-21 Luglio) ma non si capisce con quale credibilità pensa di arrivarci se ha abbandonato in mezzo alla strada tutta la sua stessa società.

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Come si può pensare di chiedere la riammissione in serie B, se la Reggina non è più in grado di gestire neanche la squadra? Siamo all’8 luglio ed al Centro Sportivo Sant’Agata è tutto fermo, immobile, abbandonato. L’erba dei campi ha superato i 70 centimetri di altezza, i locali sono ormai chiusi e deserti. La società non ha rinnovato i contratti in scadenza al 30 giugno, che erano quelli meno onerosi dal punto di vista economico ma fondamentali per mandare avanti la baracca (e che tra l’altro aspettano ancora tre mesi di stipendi arretrati, come tutti i dipendenti non federali). Non ci sono più neanche i giardinieri, i tecnici, i magazzinieri. E c’è una squadra che da settimane chiede chiarezza, o quantomeno rispetto. Vorrebbero sapere cosa devono fare, vorrebbero semplicemente allenarsi. Come stanno facendo tutti i loro colleghi degli altri club che hanno già iniziato la preparazione con i raduni e addirittura sono in partenza per i ritiri (oggi inizia il FeralpiSalò, domani Palermo e Reggiana, lunedì lo Spezia).

Nonostante la grande baraonda societaria, tra i 22 calciatori contrattualizzati dalla Reggina ancora nessuno, o quasi nessuno, ha chiesto la cessione. Troppo forte l’amalgama del gruppo costruito da Pippo Inzaghi, troppo grande il legame e l’attaccamento a questa città e a questa tifoseria sviluppato in un anno così intenso e dalle forti emozioni. Il diritto di allenarsi è ovviamente fondamentale per i calciatori affinché siano in forma all’inizio della stagione, ma è anche nell’interesse del club che in caso di riammissione in serie B avrà un organico pronto a giocare le partite, ma anche in caso di cessione potrà far valere il cartellino di un calciatore adeguato alle esigenze del momento e non essere costretto a svenderlo perchè fermo da mesi.

Insomma, dovrebbe essere Saladini a preoccuparsi di dove sono i calciatori (a cui da contratto deve continuare a pagare lo stipendio ogni mese), suoi dipendenti, cosa fanno e se lavorano con professionalità. Invece sta succedendo esattamente il contrario. Il Direttore Sportivo Massimo Taibi le sta provando tutte pur di trovare una soluzione, ma il club è un muro. Non c’è niente da fare. Sono tutti abbandonati da un mese e mezzo, compreso mister Inzaghi che ha ancora due anni di contratto, a cui Saladini deve continuare a pagare lo stipendio, ma che dalla società non riceve più neanche una sillaba ormai da molto tempo. Eppure, dopo tutto quello che è successo nei mesi scorsi, dovrebbe essere lui quello risentito e non certo il contrario! Evidentemente, però, a qualcuno non è andato giù il fatto che sia riuscito persino a portare la squadra ai playoff, nonostante la penalizzazione e le condizioni completamente off-limits in cui ha dovuto lavorare per tutta la primavera.

Il modo migliore per dare forza al ricorso al CONI sarebbe quello di avere Inzaghi alla guida della squadra per la preparazione, e Taibi che inizi a muoversi sul mercato. Significherebbe dimostrare solidità e prontezza al campionato, è quello che auspicano gli stessi Inzaghi, Taibi e calciatori, invece Saladini non glielo consente e il messaggio che arriva alle istituzioni è esattamente l’opposto: la Reggina è allo sbando, come facciamo a riammetterla in serie B se non è in grado neanche di far allenare i suoi calciatori? Altro che “complotti dei poteri forti del Nord”, altro che “mafia del sistema calcistico”, come sostengono coloro che cercano di difendere l’indifendibile dando alibi all’imprenditore lametino che sulla pelle della Reggina ha compiuto spregiudicati azzardi finanziari e giudiziari abbandonando completamente la squadra e la città.

Per consentire ai calciatori di allenarsi servirebbero almeno fisioterapisti e magazzinieri, ma soprattutto qualcuno che dica a Taibi cosa fare. Quando iniziare, chi chiamare, come organizzarsi. Invece Saladini se ne lava completamente le mani. “Vedetevela con Guild Capital”, risponde agli interlocutori. Ma Guild Capital ovviamente è come se non esistesse. Almeno non ancora. Infatti replica: “vedetevela con Saladini. Noi abbiamo firmato un preliminare condizionato all’iscrizione in serie B, al momento non siamo nulla, non abbiamo alcuna responsabilità”. E ci mancherebbe pure. La Reggina rimane completamente nelle mani di Saladini, o meglio resta ostaggio di Saladini in tutte le sue componenti. L’imprenditore lametino così furbo e astuto che sta pagando uno stipendio – tra l’altro decisamente lauto – ad un allenatore che era tornato a Reggio appositamente per essere pronto all’inizio della stagione, ma nessuno l’ha convocato. E’ finita con un grande abbraccio pubblico, centinaia di selfie e autografi ai tifosi incontrati ogni giorno per strada, e adesso è tornato in vacanza. Sempre pagato da Saladini (cioè dalla Reggina). Stesso discorso per Taibi e i 22 calciatori sotto contratto:

  1. Colombi
  2. Aglietti
  3. Bouah
  4. Loiacono
  5. Gagliolo
  6. Camporese
  7. Terranova
  8. Di Chiara
  9. Liotti
  10. Majer
  11. Crisetig
  12. Lombardi
  13. Canotto
  14. Ricci
  15. Cicerelli
  16. Galabinov
  17. Rivas
  18. Obi
  19. Santander
  20. Gavioli
  21. Ejjaki
  22. Franco

Hanno ingaggi importanti, tutti vorrebbero allenarsi, lo chiedono disperatamente da settimane. Invece sono costretti ad una vacanza forzata e pagata da una società che rivendica una sorta di primato per il “bilancio più sano e pulito” mentre in realtà ogni giorno sta continuando a generare una voragine di nuovi debiti senza alcun tipo di senso. Com’era Saladini? Un genio dei conti? Già.

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