Lun. Apr 29th, 2024

La sindaca deve fare i conti con le tensioni interne alla maggioranza e la situazione finanziaria. L’uscita di Città futura apre diverse questioni: equilibri precari in Aula

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Lo scorcio finale di consiliatura rappresenta, senza dubbio, lo scoglio più difficile da superare per il sindaco della città e per l’Amministrazione nel suo complesso. Il provvisorio taglio della Giunta, con le dimissioni del gruppo di “Città Futura”, porrebbe una pietra tombale sul mandato della sindaca Maria Limardo e l’appoggio esterno che il gruppo di Vito Pitaro garantirà da qui in poi in modo condizionato pone il capo dell’esecutivo in una situazione di assoluta incertezza.
L’autunno, in tal senso, potrebbe rivelarsi decisivo per capire quante possibilità abbia il primo cittadino di condurre la nave nel porto, scampando ai marosi invernali. Uno dei principali banchi di prova potrebbe essere costituito dal nuovo Piano di riequilibrio che l’Ente sta mettendo a punto per provare a ricolmare il disavanzo “monstre” da circa 31 milioni, stando alle cifre fornite dall’assessore al Bilancio Maria Teresa Nardo. Alla formulazione del delicato strumento finanziario che dovrebbe consentire di rateizzare il debito in un numero non meglio precisato di annualità, ci sono al lavoro gli uffici di palazzo “Luigi Razza”, coordinati dall’assessore agli Affari finanziaria ed ai Tributi, la docente Unical Maria Teresa Nardo.
Se il Piano di riequilibrio, però, dovesse essere sottoposto al vaglio dell’Aula consiliare, i rischi per l’Amministrazione aumenterebbero a dismisura. Pochi, d’altronde, sarebbero disposti a votare una pratica insidiosa e non senza possibili conseguenze per chi dovesse approvarla. In caso contrario, qualora il voto dell’assise non si rivelasse necessario, il sindaco potrebbe navigare più tranquillamente verso la conclusione del mandato, in programma per la prossima primavera.

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