Gio. Mag 2nd, 2024

Povertà, malasanità, condizione lavorativa nulla , assenza totale delle istituzioni e delle politiche pubbliche. Viviamo in un periodo dove paradosso e realtà si mescolano e si contrappongono nello stesso frangente. A subire tali ritorsioni conseguenti  ai rincari sono soprattutto le famiglie le quali vivono con un reddito a malapena sufficiente per poter coprire tutte le spese e le tasse quotidiane. Il mezzogiorno italiano da questo punto di vista è la vittima maggiore. I motivi di ciò sono molteplici, in primis la totale assenza delle istituzioni governative, esse stesse a spronare il lavoro nero. A premere su questo tasto è la corruzione che dilaga come acqua e che ruota attorno a quel semplice termine: “potere”. Corruzione che regna sovrana. Una condizione che si ripete a catene: povertà, assenza di lavoro uguale all’aumento della criminalità urbana. Al Sud il welfare non è mai esistito, soprattutto se pensiamo ai servizi essenziali come il famigerato “diritto alla salute” articolo n.32 della Nostra Costituzione italiana (LEA). Ebbene, bisogna possedere un patrimonio per poter ricevere le cure e l’assistenza sanitaria indispensabile nei tempi e nei modi stabiliti. Questione lavoro. Una questione sociale critica, risaputo che al sud non ci sia lavoro. Quel poco che c’è anch’esso è corrotto. Si, perché i contratti di lavoro i cosiddetti CCNL riportano diritti in capo ai lavoratori giusti ma che nella realtà non corrispondono. Ore di lavoro in condizioni inique e degradanti, retribuzioni false e assenza totale del diritto ad esprimere qualche forma di disagio. La rete dei mezzi pubblici inesistente, treni risalenti al periodo post secondo dopoguerra, ritardi continui. Il punto è che non si vuole sempre parlare degli aspetti negativi che connotano il sud Italia, abbiamo il mare, e che mare, reperti storici di grande imponenza, lavori nelle autostrade cominciate e mai completate. Eppure durante la metà dell’800 del ventesimo secolo il Mezzogiorno italiano era abbastanza industrializzato. Un esempio in Calabria vi erano le famose acciaierie di Mongiana con due altiforni per la ghisa, dove lavoravano 2.500 operai. La Sicilia esportava zolfo, in particolare nella provincia di Caltanissetta, all’epoca una delle città più ricche e industrializzate d’Italia. Le macchine agricole pugliesi erano considerate fra le migliori d’Europa. In seguito si subì una crisi, un declino, da questo lento ed inesorabile declino non si è ancora risaliti. Ma cosa significa il termine Welfare? Welfare significa “Stato che assiste” il quale non deve limitarsi ad assicurare ma deve gestire in proprio i servizi essenziali (pensioni, altro tasto dolente). L’articolo n.2 della Costituzione così cita: “lo Stato deve garantire i diritti inviolabili dell’uomo”. Articolo n.3 “lo Stato deve portare un’uguaglianza sostanziale portando i più svantaggiati in una condizione di parità”. Lo Stato sociale cerca di assicurare un sistema di sicurezza sociale mediante la previdenza e l’assistenza sociale. In Italia vi è un tipo di welfare familista (modello mediterraneo) dove la famiglia è fornitrice di cura e assistenza ai propri componenti e lo Stato assume un ruolo marginale e residuale, a fronte di una crescita del terzo settore (privato sociale). Nelle regioni del Sud ci sono cose che funzionano, altre che funzionano male, altre cose che proprio non esistono. Robert Castel, sociologo, parla dell’insicurezza sociale come male dell’epoca contemporanea. Secondo il suo studio L’insicurezza moderna non sarebbe l’assenza di protezioni, ma piuttosto il loro rovescio: la loro ombra, proiettata in un universo sociale che si è organizzato attorno a una richiesta senza fine di protezioni o attorno a una travolgente ricerca di sicurezza. Cosa significa essere protetti in tali condizioni? Non vuol dire radicarsi nella certezza di poter dominare perfettamente tutti i rischi dell’esistenza; vuol dire piuttosto vivere circondati da sistemi sicuritari che sono costruzioni complesse e fragili e che portano in se stessi il rischio di fallire nel loro compito e di deludere le aspettative che producono. L’insicurezza verrebbe cosi creata proprio dalla ricerca delle protezioni, per la buona ragione che il sentimento di insicurezza non è un dato immediato della coscienza. Esso, al contrario, è connesso a configurazioni storiche differenti, poiché la sicurezza e l’insicurezza sono rapporti relativi ai tipi di protezioni che una società assicura o non assicura in maniera adeguata. Oggi, in altri termini, essere protetti significa anche essere minacciati. La sfida da raccogliere consisterebbe allora nel comprendere meglio la configurazione specifica di queste relazioni ambigue tra protezione e insicurezza, oppure tra assicurazioni e rischi, nella società contemporanea.

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Dott.ssa Santostefano Francesca – Sociologa, specializzata in SAOC, Assistente Educativo

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